Le storie di donne ribelli rinchiuse nei manicomi
Solo perché pensavano fuori dagli schemi...
Se non si pensava secondo quello che era il pensiero comune, se ci si ribellava alle imposizioni che venivano date, soprattutto da parte degli uomini alle donne, se non si faceva quello che facevano tutti gli altri e si riusciva ad uscire un po’ dagli schemi, allora si veniva rinchiusi nei manicomi. Succedeva nell’Italia fascista e le storie, soprattutto delle donne protagoniste, fanno accapponare la pelle.
Queste storie sono tutte raccontante nel libro di Annacarla Valeriano dal titolo Malacarne. Donne e manicomio nell’Italia fascista, edito da Donzelli, che esce proprio a 40 anni dalla Legge Basaglia, la legge che di fatto ha chiuso i manicomi e ha proposto un altro approccio per quello che riguarda il trattamento dei pazienti con malattie mentali.
In epoca fascista, spesso, le donne ribelli che non volevano sottostare a regole che trovavano assurde venivano rinchiuse in manicomi dove avrebbero passato il resto della loro vita. Agli occhi degli altri erano diverse, squilibrate, completamente pazze. Non potevano vivere una vita ragionevole come invece voleva il regime. Ma loro erano solo ribelli, volevano solo vivere la vita a modo loro…
Il libro ripercorre le storie della donne ricoverate presso il manicomio Sant’Antonio Abate di Teramo, studiandone le cartelle cliniche che spesso tra le motivazioni citavano storie di donne che non seguivano l’ideale e i dettami fascisti. Le donne dovevano esclusivamente essere spose e madri. Chi non voleva, chi aveva in mente altri progetti, veniva semplicemente rinchiusa nei manicomi. Per sempre.
Donne che non avevano alcuna malattia mentale, ma che potevano essere pericolose per la dittatura fascista e per questo motivo venivano allontanate dalla società, per non essere un pericolo, un cattivo esempio.
Donne ribelli additate come folli, pazze, matte, completamente malate, quando in realtà erano solo donne che volevano condurre la loro vita come ritenevano meglio, anche se questo voleva dire andare contro il fascismo.