Akira, lasciata nella campagna di un parente
E’ una storia che lascia tanto sgomento, Akira non era una randagia, era una dolcissima cagnolina di quattro anni amata dalla sua famiglia. Per motivi non chiari, forse trasloco, ferie o necessità diverse, era stata sistemata in una recinto fatto appositamente per lei in una terra di un parente. Akira aveva un perimetro e una cuccia
poteva ripararsi o stendersi al sole, poteva andare dove voleva al sicuro senza disturbare. La sua mamma è andata da lei, quattro giorni fa, da lontano aveva già capito che qualcosa non andava. Lo scenario che si è ritrovata davanti gli occhi è assurdo, irreale e struggente. Akira era all’interno del recinto, era legata con qualcosa improvvisato, l’ingresso alla cuccia era bloccato. Akira è stata assassinata da qualche cretino, gli hanno sparato e poi l’hanno bruciata. Un essere immondo, forse del posto, perché un passante avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Un mostro ha privato della vita la dolce Akira, la sua mamma ha sporto denuncia ai carabinieri, si spera di risalire ai colpevoli ma sarebbe una vittoria senza precedenti, In Italia i cani li consideriamo solo nelle catastrofi, quando, in preda alla disperazione sono gli unici in grado di aiutarci. Antonella Brunetti, delegata Guardia Ambiente Brindisi ha avuto parole durissime, mai abbastanza secondo noi. Mentre a Genova elogiano i nostri pelosi all’opera, mentre pregano affinché possano fiutare qualcuno ancora in vita, qui, qualche maledetto ha messo fine alla vita di questa creatura dolcissima e amata. A chi dava fastidio Akira? Vogliamo invitare i lettori a non tacere, se sapete qualcosa contattate i carabinieri o le associazioni stesse, per una volta, chiniamo il capo e chiediamo scusa, ognuno a modo suo! “A questo esserino misero e infame auguriamo tante cose…ma tante, una peggio dell’altra!” Questo è uno dei commenti migliori!
perché questi soggetti devono vivere tra di noi?
la differenza sta in una foto
a Genova li salvano
Ci salvano loro a noi
A lei hanno sparato e dato fuoco, ma che cavolo di gente esiste?