Un’altro eroe a 4 zampe avvelenato: addio Buddy
Un altro cane addestrato per salvare vite che se ne va per mano di un infame: lui era Buddy ed è morto avvelenato per colpa di una polpetta avvolta in filo di nylon. Una morte assurda e tanto dolore per i suoi proprietari che lo hanno dovuto guardare mentre si spegneva senza poter fare nulla.
Per chi non lo conoscesse Buddy era un piccolo eroe… sarebbe diventato un grande eroe se una mano assassina non avesse messo quel boccone avvelenato sul suo cammino. Era un Golden Retriver di 2 anni (compiuti a maggio) addestrato per soccorrere le persone disperse. Aveva preso da poco l’attestato e operava per conto del Nucleo Cinofilo da Soccorso Argo Bergamo come cane per la ricerca dei dispersi. Era precoce Buddy… per superare l’ultima prova doveva avere almeno 20 mesi e lui aveva 20 mesi e 15 giorni quando ottenne il certificato. Aveva il certificato dell’Enci, l’Ente nazionale cinofilia italiana dopo aver prima superato con successo il test propedeutico (Ipo R FL E) e poi quello operativo (ritrovare due persone in un’area di 4000 metri). Giovanni Martinelli, 63 anni, il coordinatore delle Unità cinofile da soccorso dell’Associazione nazionale alpini e Alessandra Dalla Betta si occupavano di lui.
Buddy era uscito a passeggiare con Alessandra ne bergamasco e, durante il tragitto tra Fienile e San Rocco, ha probabilmente ingerito una polpetta avvelenata.
Alessandra non si è accorta di nulla ma, al ritorno, Buddy si è sentito male ed è stato portato subito dal veterinario che non ha potuto fare altro che costatare la causa della morte: avvelenamento da esca artificiale legata a un filo di nylon.
Non si conosce ancora la sostanza che lo ha ucciso ma il medico ha parlato di conseguenze devastanti: Buddy aveva tutti gli organi spostati per colpa dei conati di vomito, edema polmonare e una congestione al pancreas.
Commoventi le parole dei suoi colleghi umani del Nucleo:
“Mentre eri su un lettino della clinica… ironia della sorte siamo stati allertati per la ricerca di un disperso a Valtorta, in Val Brembana. Ti stringiamo in un silenzioso e forte abbraccio. Non eri un cane, eri un EROE unico e irripetibile. Siamo sicuri che scodinzolerai anche da lassù e non aspetterai altro che qualcuno che ti venga incontro verso il tuo nasino umido. E tu barcollante andrai là per essere abbracciato”.
Fonte: bergamonews.it