Azienda giapponese dà ai dipendenti dei soldi ogni volta che adottano un gatto
Per incentivare l'adozione di gatti randagi, azienda giapponese paga i suoi dipendenti ogni volta che lo fanno.
Come agevolare l’adozione di animali randagi? Si possono fare campagne di sensibilizzazione, pubblicare online i video con le storie più toccanti per cercare una nuova casa a chi è in cerca di amore e si può anche pensare a degli incentivi economici. Se anche alcune città italiane offrono vaccini, microchip o visite dal veterinario gratis, in Giappone un’azienda dà soldi ai dipendenti ogni volta che adottano un gatto.
L’azienda, che opera nel settore dell’Information Technology, ha deciso di diventare portavoce di quei poveri gattini abbandonati che non hanno la voce per gridare che vorrebbero tanto avere una casa e una famiglia amorevole che si prenda cura di loro.
L’azienda è arrivata, infatti, a pagare letteralmente i propri dipendenti per adottare e, quindi, salvare dei gatti dalla strada e dai rifugi.
La Ferray Corporation ora ospita moltissimi gatti salvati dai rifugi. Perché i dipendenti non solo vengono incentivati ad adottare dei gatti. Ma li possono portare con loro al lavoro.
La presenza dei gatti in ufficio rende i dipendenti più felici, più efficienti e aiuta a combattere lo stress, in una società in cui il lavoro è una vera e propria dipendenza.
Lavorare in ufficio in cui i gatti vanno in giro liberamente aumenta la produttività dei dipendenti e abbassa i loro livelli di stress.
Per motivare i lavoratori e incoraggiarli a salvare più gatti possibili, la compagnia li paga 5.000 yen al giorno (pari a circa 40 euro) per ogni gatto che adottano o salvano.
Ogni giorno, in questa azienda, è il giorno giusto per portare il proprio animale domestico al lavoro.
Una storia davvero incredibile che sta ispirando tutto il mondo da quando è diventata virale.
L’iniziativa è davvero lodevole e può diventare un modo per migliorare la produttività in ufficio e salvare gatti.
Sarebbe un modo perfetto per dare una seconda possibilità a dei poveri animali abbandonati.
Che dite, importiamo l’iniziativa in Italia?