“Così il cane sembrava più bello”, la giustificazione dei bambini che hanno tagliato le orecchie al cane Leone
Le scuse dei bambini che hanno ferito il cane Leone: la vicenda ha scatenato molta rabbia sul web
La storia del cane Leone, negli ultimi giorni, ha suscitato la rabbia di migliaia di amanti degli animali e non solo. La vicenda arriva da un quartiere di Acate, in provincia di Ragusa.
Un gruppo di bambini, un giorno, decide di tagliare le orecchie a quattro cuccioli che vivevano nel loro giardino.
Iniziano con il primo, il cucciolo che oggi è stato battezzato Leone, proprio in onore del suo grande coraggio. Durante la tortura, il povero animale inizia a gridare di dolore e a piangere. Quel disperato lamento viene udito da un passante, che alla vista della scena, decide di chiamare subito le forze dell’ordine.
Proprio lui, dopo l’accaduto, decide di portare il cagnolino dal veterinario. Quest’ultimo si mobilita per soccorrerlo, ricucendo le lacerazioni e poi, lo sottopone alle cure di cui aveva bisogno. Il piccolo Leone non stava affatto bene, viste le condizioni in cui veniva tenuto in quel giardino.
Riccardo Zingaro, responsabile dell’Oipa di Ragusa, ha voluto esprimere la sua opinione su quanto accaduto e ha voluto raccontare di come quel povero cagnolino abbia combattuto per riprendersi la sua vita.
Le parole di Riccardo Zingaro sul cane Leone
Ora Leone sta meglio. Le lacerazioni gli sono state ricucite, è sotto cure antibiotiche e tutto ciò che serve per poter guarire tutti i problemi di salute causati dalle condizioni di vita in cui era tenuto. Nonostante quello che ha subito, ha dimostrato sin da subito un carattere dolce e non ostile verso le persone.
Zingaro ha poi spiegato che sono riusciti a portare via da quella casa anche altri due cagnolini. Purtroppo, uno è rimasto nelle mani di quelle persone, ma l’obiettivo è di prendere anche lui.
Così il cane sembrava più bello. Queste sono le parole con cui uno dei bambini che hanno tagliato le orecchie a Leone ha giustificato il gesto. E a rendere ancora più sconvolgente il tutto è stato il fatto che sua madre ha ribadito lo stesso concetto.
I bambini coinvolti nei fatti hanno tutti tra i nove e i dieci anni e sono stati segnalati ai servizi sociali.