Duomo di Torino, non gli viene permesso di entrare con il cane guida. L’uomo chiama le forze dell’ordine
Vittorio Biglia ha voluto raccontare la sua storia per sensibilizzare le persone davanti l'importanza di un cane guida per un non vedente
Che cos’è un cane guida per una persona non vedente? Lo dice la stessa parola, lo aiuta ad affrontare ogni situazione quotidiana, a sentirsi sicuro e a vivere una vita quasi normale. Eppure ancora oggi, nel 2022, bisogna spiegare l’importanza di un cane per una persona cieca.
Questa storia, che si è diffusa sul web e che ha suscitato molta indignazione tra gli utenti, arriva dal Duomo di Torino.
Vittorio Biglia si è recato, insieme alla sua famiglia e al suo cane guida, un labrador dal pelo nero di nome Spritz, a Torino per vedere il presepio di Matera allestito nel Duomo.
Una volta arrivato però, è stato bloccato da un signore, che lo ha invitato a leggere i cartelli affissi. Non permettevano ai cani di entrare nel Duomo. Vittorio ha provato a spiegargli che quello era il suo cane guida, ma non è riuscito a convincerlo. Così Biglia ha deciso di chiamare le forze dell’ordine, perché quello di avere un cane guida era un suo diritto. Grazie all’intervento degli agenti, l’uomo e la sua famiglia, compreso il cane Spritz, sono riusciti ad entrare. Dopo circa mezz’ora fuori ad aspettare.
Le parole del parroco dopo la vicenda con il cane guida
L’uomo ha voluto raccontare la sua storia per sensibilizzare le persone davanti all’importanza dei cani guida per le persone non vedenti. Leggendo ciò che è accaduto, sono state tantissime le persone che si sono indignate e che hanno considerato le parole di quell’uomo una vera e propria ingiustizia.
Dopo l’episodio, il parroco Don Carlo Franco del Duomo, ha voluto esprimere il suo pensiero. Ha sottolineato che si è trattato di un equivoco, senza nessuna cattiva intenzione o senza voler escludere nessuno.
Il segrestano, straniero e che vive in Italia da pochi anni, non aveva capito bene la circostanza e sembra che il cane non avesse elementi di riconoscimento. Per cui gli ha ribadito ciò che c’era scritto sui cartelli. vicino al presepe ci sono due tavoli con degli allestimenti per i non vedenti perché possano in modo tattile approfondire la descrizione dell’ultima cena. Non possiamo che esprimere rispetto e comprensione per il disagio di vissuto.