La filariosi: i sintomi e le terapie
Una guida rapida per prevenirla e riconoscerla.
Conoscete la filariosi cardiopolmonare nel cane? Non è né la Leishmaniosi, né la Leptospirosi, spesso i proprietari di cani confondono i nomi di queste tre malattie, ma sono patologie differenti. La filariosi è una malattia che colpisce di solito i cani, ma che può colpire anche furetti e gatti (in questi ultimi due è ancora più acuta e grave che nel cane perché avendo un cuore più piccolo, bastano una o due filarie per causare morte improvvisa). E’ provocata da un nematode che si chiama Dirofilaria immitis, abbreviato di solito come filaria.
Esiste anche la Dirofilaria repens che provoca, però, la filariosi sottocutanea, meno grave, ma che crea confusione al momento della diagnosi in quanto in entrambi i casi si trovano le microfilarie in circolo.
Come si trasmette la filaria?
La filaria viene trasmessa ai cani tramite la puntura di zanzare infette. Colpisce tutti, maschi e femmine, grandi e piccoli, che vivono in casa o fuori casa. Anche se il fatto che vivano fuori all’aperto di sicuro aumenta i rischi.
Quello che succede è che la zanzara punge un animale già infetto e così facendo assume il sangue con le microfilarie, L1. Dentro le zanzare queste larve diventano L2 nella prima settimana e L3 nella seconda. A questo punto le L3 vanno nella bocca della zanzara e in questo modo quando la zanzara pungerà un altro cane gli trasmetterà le microfilarie L3.
Queste L3 nel giro di 7-15 giorni vanno nei capillari sanguigni dove diventano L4. Passano due mesi, due mesi e mezzo ed ecco che diventano L5. Arriviamo a quattro mesi circa, quando le filarie arrivano nel cuore del cane. Qui alcune di loro diventano adulte e si riproducono, producendo altre microfilarie che arrivano nel sangue. Sono le L1 che la zanzara pungendo il cane ingerirà, ricominciando il ciclo da capo.
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Come capire se il cane ha la filaria?
A causa della lunghezza del suo ciclo, il cane può manifestare sintomi anche dopo mesi e anni. Bisogna anche dare tempo alle filarie adulte di danneggiare il cuore e provocare insufficienza cardiaca. I sintomi della filariosi cardiopolmonare vengono suddivisi in quattro classi:
Classe 1: è la forma subclinica o lieve, quella dove non si hanno grossi sintomi. L’esame del sangue è comunque positivo, anche se il cane ha pochi parassiti che ancora non gli danno sintomi
Classe 2: è la forma moderata, aumentano i parassiti e cominciano i primi sintomi di insufficienza cardiaca come affaticamento eccessivo, dispnea, intolleranza all’esercizio fisico, soffio cardiaco e perdita di peso
Classe 3: è la forma grave, le filarie sono così tante e così grosse che cuore e arterie polmonari sono gravemente danneggiate. Il cane appare molto dimagrito, ha grave dispnea anche quando è fermo, tosse, emottisi, epistassi, respira velocemente, anemia, insufficienza cardiaca, ascite e tromboembolismo
Classe 4: è la forma gravissima, si chiama anche sindrome della vena cava, le filarie occupano non solo il cuore destra e le arterie polmonari, ma anche la vena cava. La prognosi è riservata e il rischio di morte improvvisa è altissimo
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Cosa fare?
Il veterinario scoprirà se il cane ha la filariosi facendo degli esami del sangue, non cercherà solo le microfilarie a fresco, ma farà anche il test per cercare gli anticorpi. Inoltre farà anche una visita cardiologica ed esami del sangue completi: la terapia varia a seconda dello stato di salute generale del cane e della classe della malattia.
Ci sono due tipi di terapie, una prevede la somministrazione di un farmaco iniettabile adulticida e l’altra la somministrazione per lunghi periodi del farmaco che normalmente si usa per la prevenzione. Inoltre va anche adottata tutta la terapia di contorno sia per il livello di gravità dell’insufficienza cardiaca presente sia per il fatto che facendo morire le filarie si avrà un aumento del rischio di tromboembolismo. Più è alta la classe, più è grave la prognosi. Nei casi molto gravi si procede anche alla rimozione chirurgica delle filarie.
La terapia dipende dalla classe di rischio del cane e dalla sua situazione generale. La terapia adulticida prevede la somministrazione della melarsomina, un derivato dell’arsenico: si tratta di un farmaco particolare, non scevro da rischi e che va iniettato in muscoli particolari in quanto causerà la necrosi di quel muscolo. Il protocollo alternativo prevede la somministrazione del farmaco a base di ivermectina normalmente somministrato per la prevenzione per periodi di tempo molto lunghi. Si è visto che in questi casi, somministrando l’ivermectina per mesi e mesi, piano piano si ha l’uccisione degli adulti. Sembra una terapia più abbordabile e con meno rischi? No, perché potrebbe provocare ipertensione polmonare.
Nella classe 4, invece, si parla direttamente dell’intervento chirurgico. Nelle classi di rischio più alte, poi, bisogna anche adottare la terapia sintomatica per l’insufficienza cardiaca annessa. Oltre alla terapia contro le filarie, bisogna considerare tutta la terapia collaterale per il tromboembolismo, anche questa da monitorare attentamente per evitare emorragie. Ci sarebbe poi da utilizzare anche la doxiciclina che agisce contro la Wolbachia, parassita che di per sé non crea grossi problemi al cane, ma che è presente in corso di filariosi in quanto è un simbionte che contribuisce alla crescita della filaria. Per cui eliminando anche lui, si indeboliscono le filarie.
Il cane va tenuto a stretto riposo per dare il tempo ai farmaci di agire.
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Si può prevenire la filaria?
Sì, basta andare dal proprio veterinario, richiedere un semplice esame del sangue per controllare che non ci sia la malattia e procedere con la terapia preventiva tramite compressa, spot on o iniettabile (non è un vaccino, è una profilassi). Il periodo a rischio è quello da marzo/aprile fino a ottobre/novembre
I soli antiparassitari repellenti non sono sufficienti a proteggere dalla filaria, aiutano la terapia preventiva, ma non vanno usati da soli perché non è detto che una zanzara infetta prima o poi non punga il cane.