Perdere un animale può far più male che perdere un’essere umano. Ecco perché
Chi ha perso un animale sa bene di cosa parliamo: la sofferenza che si prova è terribile e difficile da superare. Ci sono, addirittura, persone che non riescono ad andare avanti con la propria vita dopo aver perso un cane o un gatto. E pochi capiscono questo genere di sofferenza.
Se ci siete passati sapete bene di cosa stiamo parlando: il dolore ti strazia il cuore, vorresti strappartelo dal petto e senti che non riuscirai mai più a sorridere o ad essere felice. Ovviamente, il tempo guarisce le ferite, anche se quella perdita rimane incastonata nell’anima, come una cicatrice. Ma è davvero così? Quando ci dicono che siamo esagerati a piangere la morte del nostro cane… hanno davvero ragione? Ebbene, gli scienziati hanno fatto uno studio e i risultati non fanno altro che confermare quello che sapevamo già: ci sono una serie di motivi per cui la morte di un animale domestico è dura (o, a volte, anche peggio) come quella che si prova a perdere un umano. Gli animali domestici sono considerati, sempre di più, membri stretti della famiglia perché passiamo molto tempo ogni giorno (a volte tutto il giorno), con loro. Il lutto per un membro della famiglia o un amico è socialmente accettabile, e le persone in genere non ci dicono di “superarlo” e non ci consigliano di trovare un nuovo sostituto come fanno quando qualcuno perde il proprio animale domestico. L’eutanasia è solitamente la scelta di fine vita per gli animali domestici più anziani… qualcosa al di fuori della “normale” esperienza umana, perché non viene (quasi) mai usata sugli umani.
Sappiamo bene che quando gli umani si guardano negli occhi o quando i genitori guardano i loro figli il corpo rilascia ossitocina, “l’ormone dell’amore”.
Uno studio del 2015 dell’Università del Queensland, ha rilevato che sia i cani che gli esseri umani sperimentano un aumento dei livelli di ossitocina quando si guardano negli occhi.
Wendy Packman, una psicologa dell’Università di Palo Alto, fa riferimento allo stigma sociale che circonda il lutto di un animale domestico come un “dolore senza diritti”.
“Con il dolore diseredato c’è meno sostegno e il dolore può essere anche peggiore di quello che si prova dopo la perdita di una persona perché non ci sono rituali. E quando qualcuno prova ad organizzare un rituale per la perdita di un animale, può essere ostracizzato”.
Come puoi aiutare qualcuno che ha perso un animale?
Sii un amico che ascolta, riconosci il loro dolore e non cercare di minimizzarlo o di liquidarlo come banale.
“La realtà è che più si parla di dolore, più è facile superarlo”, riassume Packman.