Alberto Scagni scrive una lettera alla madre dalla prigione: “Parole senza senso”

"Ciao mamma, Solletico e Pallavolo", parole insensate ripetute in una lettera che Alberto Scagni ha scritto alla madre Antonella Zarri

I legali di Alberto Scagni hanno rinunciato al loro incarico, il fratello di Alice si è ritrovato, in vista del vicino processo, senza una difesa. Si parla di difficoltà processuali e divergenze con il proprio assistito.

Genitori Alberto Scagni

La madre dei due fratelli continua a puntare il dito contro lo Stato e a sottolineare la condizione mentale di Alberto Scagni. In occasione dell’anniversario del delitto, l’uomo ha inviato una lettera senza senso alla donna. Antonella Zarri ha mostrato il contenuto incomprensibile.

Parole nero su bianco che iniziano: “Ciao mamma” e poi “Solletico e Pallavolo” ripetute per 16 righe:

Potrebbero essere reminiscenze di lui con Alice o parole scelte a caso. Ma in ogni modo denotano che sta male. È lo stesso Alberto del giorno del delitto, una persona con cui è impossibile negoziare, che vede complotti ovunque e non si rende conto che è in una situazione disperata anche dal punto di vista processuale. Purtroppo rinnova il nostro senso di impotenze totale di quei giorni e la rabbia che nessuno ci abbia aiutati quando abbiamo detto che andava fermato.

Genitori Alberto Scagni

Antonella Zarri ha incontrato in carcere il figlio, nonostante abbia messo fine alla vita della sorella Alice Scagni. Secondo la Procura, l’imputato sarebbe in grado di sostenere il processo. Ma la lettera riaccende il dibattito sull’infermità mentale di Alberto.

I genitori puntano il dito contro coloro che non sono intervenuti. Il giorno del delitto, dopo le minacce telefoniche, avevano allarmato le forze dell’ordine. Tuttavia, nessuno è intervenuto. Nessuno ha fermato Alberto Scagni, nessun aiuto nemmeno sul punto di vista medico. Il 1 maggio l’uomo si è presentato sotto casa della sorella ed ha spezzato la sua vita con 17 coltellate.

lettera Alberto Scagni

Sono andata a trovare mio figlio Alberto, l’assassino di mia figlia Alice. Il pm non sa nemmeno di che parla. Per lui e per l’ufficio che rappresenta, noi siamo solo pedine di un risiko dove debbono vincere loro senza rendersi conto che a perdere sarà solo la credibilità dello Stato.