Alessandro Impagnatiello ha cercato di avvelenare Giulia Tramontano anche con ammoniaca e cloroformio

Alessandro Impagnatiello oltre ad usare il veleno per topi, avrebbe usato anche ammoniaca e cloroformio

Avrebbe cercato di avvelenare Giulia anche con ammoniaca e cloroformio, questa è la nuova ipotesi che stanno valutando gli investigatori su Alessandro Impagnatiello. Questo perché dalle indagini ha scoperto che aveva ordinato una di queste sostanze, con un nome falso.

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Erano almeno 6 mesi che il barman 30enne stava cercando di mettere in atto il suo piano, cioè quello di eliminare la compagna incinta ed anche il bimbo che portava in grembo.

Il medico legale nella relazione sull’autopsia, ha scritto che nel corpo della ragazza c’era una grande concentrazione di veleno per topi. Tuttavia, è emersa una nuova importante notizia, riportata dal quotidiano La Repubblica.

Sempre a dicembre del 2022, Impagnatiello con una mail falsa intestata ad un certo Andrea Valdi, ha acquistato una confezione di cloroformio. Quando però il corriere è arrivato nella palazzina, ha scoperto che non c’era nessuno con quel nome.

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Di conseguenza, lo stesso 30enne si è recato nella sede di Gls, a Paderno Dugano a ritirare il pacco. Da quel periodo Giulia mostrava strani sintomi, come se si sentiva drogata. Aveva più volte scritto alla mamma di sentirsi stanca e spossata.

Come Alessandro Impagnatiello ha usato l’ammoniaca

Dalle indagini è inoltre emerso, che il barman avrebbe anche usato delle piccole quantità di ammoniaca per avvelenare la compagna. Questo perché in quel periodo Giulia aveva mandato un messaggio alla madre, in cui le scriveva:

L’acqua che abbiamo comprato puzza terribilmente di ammoniaca.

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La signora ha subito consigliato alla figlia di gettare la confezione. Per questo si ipotizza che Impagnatiello avrebbe sbagliato le dosi da mettere dentro la bottiglia.

In questi giorni è previsto il nuovo colloquio con il 30enne. Gli inquirenti stanno cercando di raccogliere tutte le prove necessarie, poiché dal momento in cui ha confessato non ha più detto nulla sul delitto che ha commesso nella sera del 27 maggio, nell’abitazione in via Novella, a Senago.