Alessandro Leon Asoli condannato a 30 anni per l’omicidio del patrigno e il tentato omicidio della madre
Dovrà risarcire la donna e i parenti della vittima
Dopo 12 ore di camera di consiglio, il 20enne Alessandro Leon Asoli è stato condannato a 30 anni di prigione per l’omicidio del patrigno e il tentato omicidio della madre, miracolosamente sopravvissuta. Il giovane di Bologna aveva pianificato nei minimi dettagli il suo folle piano per uccidere la coppia.
A 20 anni il ragazzo è stato condannato a 30 anni di prigione. La Procura di Bologna aveva chiesto invece l’ergastolo per l’omicidio aggravato del patrigno e 18 anni di prigione per il tentato omicidio della madre. Dopo 12 ore di camera di consiglio, in serata, dopo essersi radunata in mattinata, la Corte di Assise del capoluogo emiliano ha emesso la sentenza.
Alessandro Leon Asoli era accusato di aver ucciso Lorenzo Grimandi, il patrigno di 57 anni morto improvvisamente il 15 aprile dell’anno scorso. Aveva mangiato un piatto di penne al salmone che il ragazzo aveva avvelenato inserendo nel nitrito di sodio. Allo stesso modo avrebbe cercato di uccidere la madre, Monica Marchioni, miracolosamente scampata all’assassinio.
Rossella Poggioli, pm che si occupava del caso, aveva chiesto l’ergastolo, ma i giudici hanno “limitato” la pena a 30 anni di prigione, con 3 anni di libertà vigilata al termine della pena. Inoltre hanno anche previsto un risarcimento di 500mila euro per la mamma della vittima, il patrigno del ragazzo, e di 750mila euro di provvisionale per sua madre, scampata all’omicidio.
Alessandro Leon Asoli condannato a 30 anni: la ricostruzione dell’omicidio
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale, la sera del 15 aprile 2021 il ragazzo ha avvelenato madre e patrigno con delle penne al salmone con nitrito di sodio.
L’uomo di 56 anni è morto poco dopo, tra dolori lancinanti, nella casa di Ceretolo a Casalecchio di Reno. Aveva mangiato la pasta nonostante il cattivo sapore per non fare un torto al figliastro. Lei, per fortuna, ne aveva mangiata poco e il ragazzo per impedirle di aiutare il marito l’aveva aggredita. A chiamare i soccorsi erano stati i vicini allertati dalle urla della donna.