“Sono stati loro ad intimidirmi” Alessia Pifferi fa rivelazioni sconvolgenti in aula: cosa sta succedendo
Alessia Pifferi punta il dito contro la polizia in aula
Il 13 maggio potrebbe essere la data decisiva per la condanna di Alessia Pifferi, la madre che ha abbandonato la sua bambina di 18 mesi in casa da sola per sei lunghi giorni. La piccola Diana è morta di stenti.
Durante l’udienza, Alessia Pifferi ha puntato il dito contro gli agenti che l’hanno interrogata dopo la tragica scoperta. “La polizia mi ha intimidito”, con queste parole l’imputata si è scagliata contro gli agenti della polizia, accusandoli di averla messa sotto pressione con il solo intento di farle dire che aveva tolto la vita alla sua bambina. “Fui messa sotto accusa molto fortemente, volevano farmi dire a tutti i costi qualcosa che non era. Come se io avessi messo la bambina già morta nel letto, quando non è così. Mi mettevano ansia”.
Parole a cui l’accusa non crede affatto, come non crede a tutte le accuse che la donna ha mosso nei confronti della sua famiglia e di quell’amico che avrebbe abusato di lei da bambina.
Questioni molto importanti, che sono state sottolineate anche da Emanuele De Mitri, il legale della madre e della sorella di Alessia Pifferi. Entrambe si sono costituite parte civile nel processo.
Le parole dell’avvocato della madre e della sorella di Alessia Pifferi
Ai microfoni di Fanpage.it, in attesa dell’udienza del prossimo 13 maggio, l’avvocato ha spiegato che tutte le accuse mosse dall’imputata sono infondate. Il trauma che ha dichiarato di aver subito da bambina non è mai avvenuto, o almeno Alessia non ne ha mai parlato in tutta la sua vita alla sua famiglia. Ha accusato il padre di essere un uomo violento, che alzava spesso le mani sulla madre. Tuttavia, quest’ultima ha smentito ogni parola di sua figlia. Così come ha smentito l’accusa di averla costretta a lasciare gli studi. A dire della donna, sarebbe stata Alessia a non voler tornare tra i banchi di scuola.
L’avvocato ha commentato anche l’aspetto delle cure psichiatriche che la famiglia non avrebbe fornito alla donna. La famiglia non avrebbe impedito ad Alessia Pifferi di curarsi, poiché non c’è mai stata una patologia psichiatrica da curare:
Nessuno le aveva mai detto di dover fare un tipo di intervento come quello descritto dall’avvocata Alessia Pontenani.
Dopo il ritrovamento della piccola Diana, la famiglia di Alessia Pifferi ha chiuso ogni porta. In particolare la sorella Viviana, che vuole solo che venga fatta giustizia, perché quella bambina era la sua nipotina e lei, per trascorrere 6 giorni insieme ad un uomo, l’ha abbandonata in casa da sola senza cibo e senza acqua.