Alessia Pifferi in carcere: il legale racconta l’incontro e cosa ha chiesto la madre di Diana
Il legale di Alessia Pifferi crede che possa esserci qualcosa nel passato della donna: "Non riesce a comprendere ciò che è successo"
Solange Marchignoli, legale di Alessia Pifferi, ha rilasciato un’intervista a Telelombardia ed ha raccontato quali sono le condizioni mentali, al momento, della madre della piccola Diana.
Alessia Pifferi non comprende, come spiegato dal suo stesso avvocato, sembra trovarsi in una bolla. È ben consapevole che sua figlia è morta, sa che non c’è più, ma racconta la vicenda come se fosse una storia e come se non la riguardasse. Non capisce perché non è potuta andare al funerale, non capisce perché il compagno non si fa più sentire e non le risponde al telefono. Non capisce quello che sta accadendo fuori, quanto l’opinione pubblica sia accanita contro di lei e ciò che l’attende.
Durante il colloquio in carcere, Alessia Pifferi avrebbe perfino chiesto al suo legale cosa significhi l’ergastolo.
Non ha la struttura intellettuale per comprendere. Io le parlo, lei mi guarda ma non mi vede e non credo sia una questione di shock.
Richiesta una perizia su Alessia Pifferi
Insieme ai suoi colleghi, Solange Marchignoli ha incaricato il professor Sartori, neuroscienziato, di capire lo stato mentale della sua assistita ed individuare se ci siano lesioni, magari legate a qualche trauma del passato.
Io mi sono fatta l’idea che in questa storia c’è qualcosa che manca, non è possibile che sia semplicemente una mamma che decide di lasciare la figlia perché ritiene sia un pacco postale. C’è qualcosa di molto grave che non torna, magari nel passato della donna.
Alessia Pifferi non ha capito a cosa sarebbe andata incontro, lasciando la figlia in casa per sei giorni. Mentre se ne stava con il compagno, ha sperato che un biberon di latte fosse sufficiente a Diana, che invece è morta di stenti.
Dopo averla ritrovata morta, ha detto di essere una buona madre. Insomma, la madre della bimba morta di stenti non capisce la gravità del suo gesto, non capisce che è accusata di omicidio e che potrebbe essere condannata all’ergastolo. I cittadini hanno chiesto alla Procura di Milano, attraverso numerose email, una pena esemplare per la donna.