Alessia Pifferi, le due psicologhe del carcere sotto accusa: il motivo e cosa sta succedendo
Sotto accusa le due psicologhe del carcere San Vittore, indagate per aver fornito ad Alessia Pifferi una strada difensiva
La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati le due psicologhe del carcere di San Vittore che hanno redatto una relazione sulle condizioni di Alessia Pifferi. L’accusa è quella di favoreggiamento e falso ideologico. Indagata anche Alessia Pontenani, legale della donna accusata di aver abbandonato la sua bambina di 18 mesi in casa da sola per 6 lunghi giorni.
Secondo il pm Francesco De Tommasi, le due psicologhe avrebbero fornito ad Alessia Pifferi una pista difensiva, convincendola del suo basso quoziente intellettivo e di essere una bambina, aiutando così la difesa. Non solo, l’avrebbero sottoposta a due test non autorizzati: il Thematic apperception test e il test delle macchie di Rorschach.
Attestato falsamente che la donna aveva un deficit grave con test inutilizzabili a fini diagnostici e valutativi, che non rientravano nelle loro competenze. Una prassi che non abbiamo mai visto applicare prima a nessun detenuto. L’effetto sarebbe stato quello di aver deresponsabilizzato Alessia Pifferi rispetto all’accaduto, convincendola di essere lei stessa una bambina. La signora non ha alcun problema mentale. Ha avuto un atteggiamento scellerato nei confronti della figlia. Non ci sto ad essere preso in giro. Incontestabile effetto di manipolazione delle psicologhe del carcere, che oggi rende difficile se non impossibile l’accertamento sulle capacità cognitive di Alessia Pifferi.
L’accusa è quindi quella di aver ormai fornito ad Alessia Pifferi la sua strada difensiva, la donna si sarebbe convinta di essere una bambina che non era in grado di accudire la piccola Diana. Il pm ha disposto anche l’acquisizione delle cartelle cliniche di altre 4 detenute.
Una tesi che è sostenuta anche da Viviana, la sorella di Alessia Pifferi. La donna che sin da subito si è resa parte civile in difesa della sua nipotina, conferma che dal giorno dell’arresto, la sorella è completamente cambiata. Cambiata dal colloquio con le psicologhe, che come ha sottolineato il pm non è stato nemmeno registrato.
Anche il modo di parlare che aveva in casa nostra è completamente cambiato durante le udienze. Lei non è una persona così remissiva. Qualcosa è cambiato sicuramente, lei non avrebbe mai risposto in maniera così remissiva a nessuno. Quello non è il suo carattere, il carattere di mia sorella è quello che è venuto fuori la sera dell’interrogatorio o nella lettera che mi ha mandato dal carcere piena di accuse e con tono autoritario. Quella è lei, spero sia fatta chiarezza.