Alessia Pifferi non è pentita di aver lasciato morire la piccola Diana: il suo legale spiega perché
Perché Alessia Pifferi non mostra il suo pentimento, dopo ciò che ha fatto alla piccola Diana? Le parole del suo avvocato dopo il colloquio
Durante un’intervista rilasciata a Fanpage.it, l’avvocato di Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, ha spiegato perché la sua assistita, al momento, non appare pentita di aver lasciato morire la piccola Diana.
Alessia Pifferi è detenuta, in isolamento, nel carcere di Milano. Gli inquirenti hanno paura che possa compiere gesti di autolesionismo e che i detenuti possano farle del male, vista la gravità del suo gesto nei confronti di una bambina di soli 18 mesi.
Ciò che il legale ha voluto dire nella sua intervista, è che per adesso non si può parlare di pentimento. Per il semplice fatto che la donna di 37 anni non riesce ancora a comprendere cosa è accaduto davvero. Non è apparsa lucida durante il colloquio, sembra come “vivere in una bolla“.
Ha chiesto di essere presente al funerale della figlia e piange per lei e perché il suo compagno non si fa sentire. Non comprende che non potrà partecipare alla funzione funebre e in quale posizione abbia messo il 58enne di Leffe. “Si fa fatica a comunicare”.
Alessia Pifferi non immagina nemmeno quanto l’opinione pubblica sia accanita nei suoi confronti e cosa sta accadendo fuori dal carcere. Forse con il trascorrere del tempo riuscirà a realizzare la realtà e a capire che, per la sua vacanza durata sei giorni, insieme al compagno, ha lasciato morire di fame e di sete la piccola Diana.
Lo aveva già fatto in precedenza, l’aveva lasciata in quella casa da sola, con un biberon di latte, per interi week-end. Ma l’ultima volta, la sua lontananza si è prolungata fino a sei giorni.
Anche quando, il 18 luglio, è tornata a Milano, la Pifferi ha scelto di non passare per casa a controllare la figlia. Aveva mentito all’uomo, gli aveva detto di averla lasciata al mare con la sorella e così ha ben pensato di non rovinare tutto. Ha rivelato agli inquirenti di aver solo sperato che ciò che le aveva lasciato le bastasse fino al suo rientro. Diana, secondo l’autopsia, il 18 luglio era ancora viva. È morta il giorno successivo, il 19 luglio. Alessia è tornata a casa il 20 luglio, quando era ormai troppo tardi.