Alessia Pifferi non mentiva soltanto sulla figlia: “Diceva di essere una psicologa infantile”
Mentiva sulla figlia e sulla sua vita privata. Alessia Pifferi diceva di essere una psicologa infantile e che sua madre era morta di Covid
Viveva una vita di bugie, Alessia Pifferi non mentiva soltanto sulla sua bambina, ma anche sulla sua vita personale. Una madre di 37 anni che ha abbandonato la figlia Diana, di soli 16 mesi, a casa da sola per 6 lunghi giorni, condannandola a morte.
Durante l’interrogatorio ha rivelato di averlo già fatto in precedenza, per meno giorni. Lasciava alla figlia, in quel lettino da camping, due biberon di latte. L’ultima volta è stata fuori per 6 giorni, si è recata a trovare il compagno a Leffe, in provincia di Bergamo e sapeva che sarebbe potuta finire così. L’uomo era all’oscuro di tutto, a lui aveva detto di aver lasciato Diana alle cure della sorella.
Raccontava, quando si recava a Leffe, di essere una “psicologa infantile“. Non era vero, perché Alessia Pifferi non aveva un lavoro.
La piccola Diana è nata prematura, a sette medi gestazione. La 37enne ha raccontato di non aver mai capito di essere incinta fino all’ultimo mese e di non aver mai informato il padre biologico. Si tratterebbe di un uomo che vive in provincia di Bergamo, con il quale ha avuto una relazione non duratura e che non sa di essere diventato padre.
I vicini di casa e i conoscenti hanno raccontato che spesso mamma e figlia si vedevano in giro per il quartiere. Diana era sempre nel passeggino, nessuno l’aveva mai vista camminare. Una negoziante ha raccontato che Alessia le aveva rivelato di dover andare dal suo compagno e che avrebbe lasciato la figlia con la madre. Ma poi, la madre si era ammalata di Covid ed era morta: “Devo andare in Calabria per i funerali”. Ma la madre della Pifferi è viva e vive a Crotone. Ha vissuto con lei i primi mesi di vita di Diana e poi si è trasferita.
Al nuovo compagno, un elettricista di 58 anni, aveva assicurato che la bimba di 16 mesi fosse al sicuro: “Ho mentito perché mi sentivo sempre giudicata”.
Nell’abitazione, gli inquirenti hanno trovato una boccetta di En, un potente tranquillante, mezza vuota e credono che la 37enne abbia dato il farmaco alla piccola, per farla stare calma. Ciò spiegherebbe perché nessuno ha sentito il pianto disperato della piccola Diana, morta di stenti.