“Annegati e poi spostati”, questa è la verità della famiglia sulla morte di Viviana e Gioele
Morte Viviana e Gioele: il criminologo Lavorino illustra quella che è la verità secondo la sua opinione e quella della famiglia delle vittime
Viviana Parisi è morta per suicidio e non è chiaro cosa sia accaduto al piccolo Gioele Mondello. Questa è la conclusione nella consulenza depositata dalla Procura. Una donna rincorsa dai demoni, che ha voluto farla finita nella campagne di Caronia. Dopo la notizia, è intervenuto il criminologo Carmelo Lavorino, incaricato come consulente dalla famiglia delle due vittime.
Durante un’intervista con IlGiornale.it, Lavorino ha confermato la sua versione dei fatti. Il criminologo, così come Daniele Mondello e i suoi legali, è convinto che Viviana non abbia ucciso il suo bambino. E che entrambi siano stati spostati sotto il traliccio in un momento successivo alla morte. Perché questa convinzione?
Morte Viviana e Gioele: gli elementi scientifici
Le salme non sono state ancora dissequestrate e i consulenti della famiglia non possono effettuare ulteriori accertamenti. Il criminologo ha sottolineato i tanti dubbi che non tornano nella vicenda. Ci sono degli elementi scientifici che proverebbero che Viviana non può aver ucciso Gioele e non può poi essersi tolta la vita.
Ad esempio, avrebbe incontrato difficoltà ad arrampicarsi sul traliccio rovente, senza riportare ustioni. Sullo stesso traliccio non ci sono impronte della donna. Nessun graffio causato dai rovi spinosi presenti sempre sul traliccio. Inoltre, alcuni esami avrebbero rilevato una sostanza rosea sui denti della donna. Sostanza che secondo l’esperto è causata da asfissia in un liquido.
Da qui, il sospetto che sia annegata in un invaso presente nel bosco di Caronia e che, in seguito, sia stata spostata sotto il traliccio da un’altra persona. Anche Gioele, secondo Lavorino, sarebbe morto come sua madre. Purtroppo ci sono pochi elementi, dal momento che è stato poi aggredito dagli animali selvatici.
La famiglia non ha intenzione di smettere di lottare. Lo stesso criminologo, nell’intervista, ha assicurato che la verità, vicina o lontana, arriverà perché loro non si fermeranno finché non riusciranno a dimostrarla.