Le confessioni di Antonio De Marco: “Pensavo di ucciderli già ad agosto”
Emergono nuovi dettagli sull'interrogatorio di Antonio De Marco, svolto dal Gip di Lecce, Michele Toriello
Nella giornata di eri sono emersi alcuni particolari temi trattati da Antonio De Marco durante l’interrogatorio per la convalida dell’arresto, svolto dal Gip, Michele Toriello. Il killer di Daniele De Santis ed Eleonora Manta ha provato a spiegare cosa lo ha spinto a compiere l’insensato gesto, come si sentisse nei giorni precedenti e il giorno stesso dell’accaduto.
Si trova nel carcere di Lecce da circa due settimane, Antonio De Marco, il colpevole reo confesso dell’omicidio della giovane coppia di fidanzati.
Nel corso dei diversi interrogatori, gli inquirenti hanno cercato fin dall’inizio di capire quale fosse il movente che lo ha spinto a compiere l’omicidio.
Alle domande in tal senso, De Marco ha sempre risposto più o meno alla stessa maniera. La rabbia lo ha spinto ad ucciderli. L’invidia per la loro felicità di coppia innamorata.
Un omicidio premeditato da lungo tempo. Questa è una delle poche cose certe. Tutto è iniziato presumibilmente dallo scorso agosto, quando Daniele De Santis gli aveva comunicato di dover lasciare la sua stanza dell’appartamento in via Montello, dove De Marco conviveva con i due fidanzati.
Le dichiarazioni di De Marco
Ho iniziato a pensare di farlo da agosto. È stato un mix di tante cose, che non so spiegare nemmeno io! A volte venivo assalito da crisi di rabbia e tristezza. Mi sentivo solo e vuoto… i pensieri prendevano il sopravvento su di me…
Queste alcune delle parole pronunciate dal killer davanti a Michele Toriello, Gip di Lecce. Poi ha continuato raccontando che, in alcuni giorni, la tristezza raggiungeva livelli tanto alti da fargli pensare di farsi del male o di uccidersi.
Antonio De Marco ha detto che lo stesso giorno dell’omicidio, ad esempio, si era procurato una ferita su una delle caviglie e di averlo fatto con la lama del coltello surriscaldata.
A volte pensavo anche di rubare delle scatole di farmaci dall’ospedale e di farla finita. Ma alla fine ho preso solo una scatola di Xanax.
Spesso riuscivo a controllare i miei pensieri negativi e le mie crisi, ma quel giorno non l’ho fatto e mi sono deciso.
Quando sono tornato a casa, c’erano i miei coinquilini. Sono andato di corsa in camera per togliere i pantaloni e la felpa e mi sono poggiato sul letto. Poco dopo mi sono alzato per andare a vomitare. Ho fatto una doccia e mi sono addormentato, poi il giorno dopo ho preso i vestiti, li ho messi in un sacchetto e sono andato a gettarli nei cassonetti di un condominio vicino al mio.