Arrivate le prime notizie sull’autopsia della piccola Diana Pifferi: quando e come sarebbe morta
Emerse le prime indiscrezioni, nelle trasmissioni tv, su quanto scoperto dal medico legale. Ecco quando sarebbe morta Diana Pifferi
Si attendono gli esiti definitivi dell’autopsia effettuata sul corpo senza vita della piccola Diana Pifferi. Sono già emerse le prime indiscrezioni dalle trasmissioni televisive, che attendono conferma.
Sembrerebbe che il medico legale abbia stabilito che la bambina sia morta tra le 24 e le 48 ore precedenti al suo ritrovamento e che il decesso sia avvenuto per disidratazione.
Arriverà, a completare il quadro della piccola Diana Pifferi, il risultato degli esami effettuati sulle tracce di latte nel biberon. Gli inquirenti vogliono capire se la madre, Alessia Pifferi, abbia messo gocce di sedativo nel suo latte.
Il sospetto è nato dal fatto che gli agenti abbiano ritrovato una boccetta di En nella cucina dell’abitazione e dal fatto che nessun vicino, per sei lunghi giorni, ha sentito piangere quella bambina mentre si spegneva lentamente, mentre pativa la fame, la sete e il caldo.
Se i sospetti dovessero trovare conferme dagli esami, la posizione di Alessia Pifferi si aggraverà e la donna verrà accusata anche di premeditazione.
La 37enne è anche indagata per alcune chat trovate sul suo telefono, nelle quali avrebbe coinvolto anche Diana, nei discorsi con gli uomini che conosceva sui siti d’incontri. Il suo legale ha spiegato, nelle trasmissioni tv, che la questione è già stata chiarita e che non ci sono accuse su abuso di minore. Ma ancora non è arrivata una conferma ufficiale.
Diana Pifferi, morta nella sua casa di Milano
Una storia che ha segnato l’Italia e che mai sarà dimenticata. Lo scorso luglio, Alessia Pifferi, una madre di circa 37 anni di Milano, si è recata per sei giorni a Leffe, per stare con quello che definiva il suo compagno.
Sei giorni durante i quali ha lasciato la figlia di 18 mesi, Diana, in casa da sola. Accanto a lei, un solo biberon di latte. La piccola se ne è stata debole, rassegnata, in quel lettino.
Durante quella vacanza, la madre è anche tornata a Milano, perché l’uomo doveva sbrigare delle faccende lavorative. Ma gli aveva mentito, dicendogli di aver lasciato la figlia al mare con la sorella. Così, non si è sentita di passare a controllare la figlia. Ha preferito tutelare quella relazione. Dopo sei giorni, quando è tornata a casa, per Diana non c’era più nulla da fare.