Astrazeneca cambia nome del vaccino in Vaxzevria. Ecco perché
A chiarire ogni dubbio la stessa azienda anglo-svedese produttrice del vaccino
Astrazeneca ha reso noto di aver cambiato nome al vaccino anticovid che produce. Una notizia che ha incuriosito tantissime persone che vogliono cercare di capire il perché di questo cambiamento.
Il chiarimento è arrivato dalla stessa azienda anglo-svedese che ha fatto sapere che il siero contro il Covid è stato registrato con il nome di Vaxzevria. Si tratta di una prassi visto che in precedenza il vaccino era stato semplicemente nominato ‘Covid-19 AstraZeneca vaccine’. Una sigla e non un vero e proprio nome del farmaco.
“Ora ha un nome che come prassi è stato registrato: Vaxzevria” – fanno sapere fonti di AstraZeneca. “Dare un nome a un farmaco nuovo è una consuetudine. Ed è un processo che avviene in maniera separata dall’approvazione normativa e regolatoria del farmaco stesso”.
Da oggi quindi il vaccino Astrazeneca ha un nome. L’altra novità riguarda i cambiamenti nel foglio illustrativo dopo la richiesta avanzata dall’Agenzia europea del farmaco (Ema). Tra gli effetti collaterali noti sono stati inseriti anche le informazioni relative a reazioni anafilattiche o altre reazioni allergiche la cui frequenza “non può ancora essere stimata”. In ogni caso l’Ema ha confermato che “i benefici di Vaxzevria nella prevenzione del Covid-19 continua a superare i rischi, non ci sono cambiamenti raccomandati riguardo l’uso di questo vaccino”.
Astrazeneca, Mario Draghi e la moglie si sono vaccinati
Quindi insomma, seppur si siano verificati dei casi di risposta avversa al vaccino, casi che saranno ancora oggetto di verifica in futuro, il siero di Astrazeneca è considerato sicuro ed efficace da parte dell’Agenzia europea del farmaco. I benefici continuano a superare i rischi. Anche in Italia la somministrazione del vaccino continua a viaggiare spedita. Nella giornata di ieri anche il Premier Mario Draghi e sua moglie hanno ricevuto la prima dose del siero. In Germania invece è arrivato lo stop alla somministrazione agli under 60.
Quanto agli altri Paesi del blocco, la Francia ha scelto di non accogliere la raccomandazione dell’Ema, e lo scorso 19 marzo ha ribadito che somministrerà il siero solo su persone che hanno più di 55 anni.