Autopsia della piccola Diana Pifferi: tracce di pannolino nello stomaco
Aveva fame, così la piccola Diana Pifferi ha seguito il suo istinto di sopravvivenza: rinvenute nello stomaco tracce di pannolino
Nuovi sconvolgenti elementi continuano ad emergere dall’autopsia effettuata sul corpo della piccola Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi morta di stenti a Milano.
Secondo le ultime notizie diffuse, gli esami sarebbero già stati depositati ed avrebbero stabilito che la piccola sia morta di stenti, fame e disidratazione.
Non solo, si era già parlato di tracce di elementi all’interno dello stomaco della piccola Diana Pifferi. Sarebbe stata confermata la presenza di residui di pannolino. Quello stesso pannolino che le autorità hanno trovato accanto al suo corpicino senza vita, che la piccola deve aver tolto per il fastidio e che deve aver provato a mordere per la troppa fame.
Non sono ancora, invece, arrivate altre informazioni sulla presenza di ansiolitico nel corpo della bambina. Si era parlato di risultati positivi emersi dalle analisi dei capelli, ma nessuna conferma sarebbe stata poi data dalla pipì e dal sangue.
Diana Pifferi e le benzodiazepine
Dopo la triste vicenda, gli inquirenti hanno trovato in cucina, una bottiglietta di benzodiazepine e subito è nato il sospetto che la mamma potesse aver sedato la figlia per non farla piangere. Per sei lunghi giorni, nessuno nel condominio ha sentito il pianto disperato della piccola Diana Pifferi. Come può non piangere una bambina mentre la sua vita si spegne lentamente?
Si attendono anche i risultati delle analisi sul biberon trovato vicino al corpicino della bambina.
La difesa di Alessia Pifferi ha richiesto una perizia neuropsichiatrica sulla propria assistita per bene due volte. Ma, in entrambi i casi, il Gip ha rifiutato. Così come ha rifiutato la recente richiesta di analizzare due tazzine di caffè trovate nella casa, che potrebbero stabilire chi abbia frequentato la casa nei giorni precedenti ai fatti. “Accertamenti inutili e dispersivi”.
La madre della bimba morta di stenti si trova in prigione dallo scorso luglio. Si è allontanata da casa per sei lunghi giorni, lasciando la figlia di 18 mesi da sola, per raggiungere il suo compagno a Leffe. Senza preoccuparsi di nulla, Alessia Pifferi ha anteposto la figlia a quella relazione che voleva tutelare ad ogni costo. La stessa relazione che è finita dopo che è emerso ciò che aveva fatto.