Bagheria, Teresa Spanò uccisa dalla figlia 17enne: si è aggravata la situazione della ragazza
Omicidio di Teresa Spanò, la figlia aveva messo un farmaco nel purè per stordire la madre: i nuovi dettagli emersi
Sono emersi nuovi sviluppi sul delitto di Teresa Spanò, la madre 55enne che ha perso la vita lo scorso 1 gennaio per mano di sua figlia di 17 anni. Grazie all’autopsia e a i rilievi della scientifica, è emerso un dettaglio importante, che ha portato al trasferimento della ragazza.
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Il Gip ha richiesto e ad ottenuto il trasferimento della 17enne nella casa circondariale. Dal suo arresto si trovava in una comunità.
I fatti sono avvenuti nella notte dello scorso 1 gennaio. Precisamente nell’abitazione in cui vivevano le due donne, che si trova nel comune di Bagheria, in provincia di Caltanissetta.
Intorno alle 8 del mattino, la ragazza ha chiamato le forze dell’ordine. Ha detto che era stato proprio lei a mettere fine alla vita di sua madre. Però all’arrivo degli agenti, ha ritrattato subito la versione, dicendo che si era tolta la vita da sola.
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Solo poche ore dopo, durante l’interrogatorio con la pm Claudia Caramanna, ha ammesso tutta la verità. Teresa era una maestra, descritta da tutti come gentile e riservata. I vicini, negli ultimi tempi, avevano notato il rapporto litigioso tra madre e figlia.
Infatti, si era pensato che il delitto fosse avvenuto al culmine di un ennesimo litigio tra le due. Tuttavia, in queste ultime ore è emersa una nuova verità, che ha cambiato tutto.
La scoperta degli inquirenti sul delitto di Teresa Spanò
Da ciò che è emerso, sembrerebbe che la ragazza abbia messo nel purè della madre un farmaco. L’accusa è quindi ora quella della premeditazione.
La ragazza, quando la donna è crollata a terra, l’ha presa per il collo e successivamente si è scagliata su di lei con un’arma da taglio che ha trovato in casa.
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Il Gip Claudia Caramanna proprio grazie a questo sviluppo, ha deciso di richiedere ed ottenere per la 17enne il trasferimento nella casa circondariale. Nell’ordinanza ha scritto: “Appaiono tutti i sintomi di un’attuale ed accresciuta pericolosità sociale e sono, soprattutto, rivelatori dell’inadeguatezza della misura attualmente applicata rispetto alla caratura criminale della giovane, come è emerso dalle indagini più recenti!”