Bimba di un anno dimenticata in auto dal padre, la vicinanza di Daniele Carli

L'uomo ha vissuto sulla sua pelle lo stesso dramma

Sul caso della bimba di un anno dimenticata in auto dal padre, che doveva portarla all’asilo nido, ma quel mattino ha avuto un vero e proprio black out nella sua testa, interviene anche Daniele Carli. Purtroppo anche lui ha subito un lutto analogo e ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire affrontare una situazione del genere. E non darsi pace per una dimenticanza che non è colpa di nessuno.

Bimba di un anno dimenticata in auto dal padre
Fonte foto da Pixabay

Sono a disposizione del papà carabiniere, che ha perso sua figlia a Roma. Se vorrà gli starò vicino. Il dolore purtroppo non passa mai, ma con il tempo si impara a conviverci.

Queste le parole che Daniele Carli, ingegnere di 49 anni di Scarlino, in provincia di Grosseto, rivolge al papà che ha perso sua figlia lo scorso 7 giugno a Roma. Doveva portarla all’asilo nido e poi andare al lavoro. Ma si è dimenticato di lasciarla, dimenticandola in auto chiusa per ore sotto il sole.

Ad accorgersi di quanto accaduto la moglie, andata all’asilo nido a prendere la piccola. Quando le maestre le hanno detto che la bimba quel giorno non era all’asilo, lo ha subito chiamato. Lui è corso in auto e ha visto la figlioletta sul seggiolino ormai priva di vita.

Daniele ha vissuto sulla sua pelle la stessa esperienza e chiede che il padre non venga lasciato mai solo: amici e parenti, ma anche psicologi devono stargli vicino in questo momento di lutto profondo.

bimbo nel seggiolino
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Bimba di un anno dimenticata in auto dal padre

Daniele sa bene cosa prova quel padre. Sua figlia Giorgia è venuta a mancare il 18 maggio di cinque anni fa. Il papà l’aveva dimenticata in auto, nel parcheggio dell’azienda dove era andato a lavorare. Lui sa che è un abisso con il quale fare i conti ogni giorno.

seggiolino auto
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Ma sa anche che avere persone accanto che lo sostengono è fondamentale, per non sentirsi abbandonati in un dolore che non passa mai e che deve essere metabolizzato, diventando parte di sé, anche se la vita, inevitabilmente, va avanti.