Bimbo di 4 mesi cade e sbatte la testa: indagati i genitori e i medici per il suo decesso

Dal pronto soccorso lo avevano infatti dimesso

Gli inquirenti indagano nel messinese per il decesso di un bimbo di 4 mesi, che cade e sbatte la testa in casa. Indagati i suoi genitori per atto dovuto, visto che il piccolo, secondo il loro racconto, è scivolato dalle loro braccia. Ma anche i medici del pronto soccorso che lo hanno visitato e dimesso, prima che un’emorragia interna ne causasse la prematura scomparsa.

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La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, in Sicilia, ha aperto ufficialmente un’indagine per il decesso del bimbo di 4 mesi. Il piccolo è deceduto a causa di un’emorragia cerebrale dopo il ricovero al Policlinico di Messina.

Sono iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto, i genitori del bambino. Il piccolo aveva delle ferite nel corpo, che sono risultate poi letali. I genitori hanno raccontato che ha sbattuto la testa per terra. Sarebbe scivolato dalle loro braccia mentre si trovavano in casa.

Nel registro degli indagati, però, sono finiti anche i nomi dei due medici e di un infermiere dell’Ospedale Fogliani di Milazzo. I genitori avevano portato al Pronto Soccorso della struttura ospedaliera, sempre in provincia di Messina, dopo che era caduto per terra.

I medici avevano visitato il bambino di soli 4 mesi, ma lo avevano dimesso poco dopo, tranquillizzando i genitori. Le sue condizioni si sono presto aggravate una volta arrivato a casa. A nulla sono valsi i tentativi di soccorrerlo successivamente.

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Bimbo di 4 mesi cade e sbatte la testa: un’emorragia cerebrale ha posto fine troppo presto alla sua vita

Dopo l’aggravamento delle sue condizioni di salute, i genitori del neonato di 4 mesi lo hanno nuovamente portato al Fogliani di Milazzo. Poi la corsa verso il Policlinico di Messina. Qui una risonanza ha svelato un’emorragia cerebrale in corso.

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I medici hanno provato a salvare la sua giovanissima vita, anche con un intervento chirurgico d’emergenza. Ma non ce l’hanno fatta. La Procura ha chiesto il sequestro di telefoni e computer, per proseguire nelle indagini e trovare eventuali responsabilità.