Bimbo morto in ascensore a Roma: tecnico Atac condannato
Condannato un tecnico Atac per la morte di un bambino a Roma
C’è una condanna per la tragica vicenda di un bimbo morto in ascensore a Roma nel luglio del 2015 a Furio Camillo, dopo un volo di molti metri. I giudici del Tribunale di Roma hanno emesso una sentenza di condanna nei confronti di un tecnico Atac per la morte del piccolo Marco. Una sentenza che arriva a 6 anni dal suo decesso.
Il 9 luglio del 2015 Marco, un bambino di soli 4 anni, ha perso la vita precipitando nell’ascensore della stazione della metropolitana della Capitale Furio Camillo, una delle fermata della linea A del servizio pubblico di Roma gestito da Atac. Purtroppo per il bambino non c’è stato nulla da fale.
6 anni fa il piccolo che viveva a Sermoneta con la sua famiglia si trovava a Roma con la mamma. Con lei il bambino è rimasto bloccato nell’ascensore di viale Furio Camillo, dal quale è precipitato per 22 metri, dopo che un dipendente Atac aveva aperto la porta che collegava i due ascensori.
Il tecnico Atac era intervenuto con un montacarichi agendo non seguendo le procedure e non aspettando l’arrivo della squadra di emergenza. Non era stato autorizzato alla manovra o all’uso della chiave di emergenza e ha agito non tenendo in considerazioni i pericoli.
Quando l’uomo ha aperto la porta che collegava i due ascensori, in un attimo di distrazione il bambino è fuggito dalle braccia della madre cadendo nello spazio vuoto tra le due cabine. È precipitato per metri e la caduta per lui purtroppo è stata fatale.
Bimbo morto in ascensore a Roma, tecnico condannato per la sua morte
Nel 2015 vennero iscritti nel registro degli indagati un dipendente Atac e due vigilantes. Oggi il Tribunale di Roma ha condannato il tecnico Atac a due anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo.
Da allora, ancora oggi, molti portano davanti alla porta dell’ascensore della metro romana fiori e peluche per ricordare Marco.