Brandizzo, un video che ha ripreso l’arrivo del treno che ha investito i cinque operai

Un video pubblicato da La Repubblica mostra l'arrivo del treno che ha investito gli operai, il fischio e poi la lunga frenata

Un secondo video, esclusivo, pubblicato da La Repubblica, mostra il passaggio del treno che ha travolto i cinque operai a Brandizzo. Il fischio del treno, che avvisa dell’arrivo del mezzo, poi una lunga e disperata frenata e il rumore delle rotaie mentre il macchinista cerca di arrestare la sua corsa, dopo essersi reso conto di quanto era appena accaduto. Circa 30 secondi di frenata, prima di riuscire a fermare la velocità di 160 km/h. Poco prima, alle 23:45 era passato un primo treno. Poi, alle 23:47 il convoglio che li ha travolti.

cinque operai investiti treno

Michael Zanera, 34 anni, Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, Giuseppe Sorvillo, 43 anni, Giuseppe Anversa, 49 anni e Kevin Laganà, 22 anni, hanno perso la vita sul colpo. Gli unici due sopravvissuti sono l’addetto Rfi e il capo cantiere, ora accusati del disastro ferroviario.

cinque operai investiti treno

A peggiorare la loro posizione, nelle ultime ore è arrivato un video trasmesso dal Tg1, depositato in Procura dai legali di due dei cinque operai scomparsi. Si tratta di un filmato rinvenuto sul cellulare di Kevin Laganà. Il ragazzo aveva ripreso alcuni istanti prima dell’arrivo del treno, mentre si trovava sui binari con i colleghi. Non lo aveva ancora pubblicato, ma lo aveva salvato sui social.

Il video di uno degli operai diventa una prova schiacciante

Kevin sorride ai suoi seguaci, mostrando loro il suo lavoro. Ma in quei pochi minuti si sente proprio la voce dell’addetto Rfi che da il via ai suoi operai per iniziare il lavoro, nonostante fosse consapevole che mancava ancora un treno: “Se dico treno, andate da quella parte, ok?”.

cinque operai investiti treno

Li avrebbe avvisati e loro si sarebbero spostati. Tuttavia, non è ciò che è accaduto. I cinque operai sono stati travolti e hanno perso la vita sul colpo. I resti sono stati rinvenuti fino a 300 metri di distanza e le salme, per via delle condizioni e della difficoltà ad individuare il Dna, non sono ancora state restituite alle famiglie.