Cardito, omicidio del piccolo Giuseppe: la confessione di Tony Brade Essobti
Per la tragica morte del piccolo Giuseppe, il bambino di 7 anni di Cardito, sono stati arrestati il patrigno Tony Brade Essobti e mamma Valentina
Tony Brade Essobti ha finalmente raccontato quello che è accaduto in quella notte infernale del 27 gennaio 2019, quando con il manico della scopa ha ucciso il piccolo Giuseppe e picchiato, lasciandola in condizioni critiche, la sorellina Noemi. Tony si trova in carcere, così come la mamma dei due bambini. Valentina è accusata di aver assistito alla scena e di non aver fatto nulla per impedire la morte di suo figlio e il pestaggio di sua figlia.
Non solo, i soccorsi sono stati chiamati diversi minuti dopo “le botte”, quando ormai per il piccolo Giuseppe non c’era più nulla da fare. È morto all’età di 7 anni.
Dopo più di un anno di indagini ed interrogatori, Tony Brade Essobti ha raccontato cos’è accaduto quella sera:
Mi ero messo a letto per rilassarmi, erano le 8 e qualcosa e loro hanno iniziato a saltare sul letto, mi è venuto un raptus di follia. Mi si è spento il cervello.
Sovrastato dalla rabbia, il patrigno ha iniziato a picchiare i due bambini. Non era la prima volta. Più volte Giuseppe e Noemi erano stati visti coperti di lividi. La bambina aveva perfino raccontato tutto alle maestre, accusate oggi di aver ignorato la sua situazione.
Non ho mai voluto ammazzarli. Sono andato in cameretta e ho visto il letto rotto. È come se in quel momento mi si fosse spento il cervello .
Tony Brade Essobti accusato di omicidio
Tony non era il loro papà naturale, ma il compagno della mamma. Adesso è accusato di omicidio volontario del piccolo Giuseppe, di tentato omicidio della piccola Noemi e di maltrattamenti su minore su loro due e una terza sorellina più piccola.
La stessa Noemi, quando si risvegliò dall’ospedale, raccontò alle forze dell’ordine che era stato papà Tony ad uccidere suo fratello:
Ci ha picchiato con il bastone della scopa, ma senza scopa. Lo ha colpito dietro la schiena e poi gli ha sbattuto la testa forte contro il muro. Poi ha preso me e mi ha messo la testa sott’acqua. Diceva che avevamo rotto il letto, ma non era vero, era stato lui con un calcio. Lui ci picchiava sempre.