Caso Saman Abbas: rinviata per la quarta volta l’udienza per l’estradizione del padre Shabbar
Il legale del padre di Saman Abbas non era presente in aula: rimandata per la quarta volta l'udienza per l'estradizione di Shabbar in Italia
Caso Saman Abbas, rinviata per la quarta volta l’udienza per l’estradizione del padre Shabbar Abbas in Italia. Dovrà comparire davanti ai giudici di Isalmabad il prossimo 10 gennaio, un mese prima dell’inizio del processo in Italia. L’uomo, accusato di essere il mandante del delitto della 18enne pakistana, riuscirà ad essere presente in aula? Questa la domanda che sorge oggi.
In molti si chiedono se il Pakistan stia cercando di proteggere Shabbar. È stato arrestato circa un mese fa e condotto in prigione. L’udienza, tuttavia, è stata rimandata già quattro volte.
La penultima volta, l’Italia è stata informata che il giudice che avrebbe dovuto essere presente in aula, era in ferie. Pochi giorni fa, invece, durante l’ultima udienza, ad essere assente in aula era il legale dell’imputato.
Si cerca ancora la madre di Saman Abbas
La moglie di Shabbar e madre di Saman, Nazia Shaheen, è invece ancora latitante.
La donna è fuggita in Pakistan, insieme al marito, poco dopo la scomparsa di Saman Abbas e prima che gli inquirenti riuscissero a far irruzione nella loro abitazione. Dove si trova ora la donna? Chi la sta proteggendo?
Sono cinque gli indagati per il delitto della 18enne pakistana. I due genitori, due cugini e lo zio Danish. Quest’ultimo è accusato di essere l’esecutore del delitto, colui a cui Shabbar avrebbe consegnato la figlia, per punirla del disonore causato alla famiglia.
Tuttavia, sarebbe stato proprio Danish ad indicare agli investigatori il punto in cui la giovane era seppellita. Ed è grazie alle sue informazioni, che è stato possibile trovare il corpo nei pressi di un casolare a Novellara, poco distante dall’abitazione in cui viveva la famiglia.
Dopo i primi risultati dell’autopsia, è emerso che la 18enne potrebbe essere morta per strangolamento e quindi asfissia.
Il legale dell’associazione Penelope, parte civile nel processo, ha dichiarato che il corpo senza vita era integro, ma saponificato. Fortunatamente, i tessuti permetteranno di effettuare tutti gli esami necessari. Si attendono anche i risultati delle analisi sui vestiti, che potrebbero individuare importanti tracce di coloro che hanno partecipato alla sparizione di Saman Abbas.