Castello di Godego: operaio 43enne uccide il figlio di due anni e poi si toglie la vita
Egidio Battaglia, operaio di 43 anni, residente a Castello di Godego, è l'uomo che ha compiuto il tremendo gesto
Una tragedia immane, quella capitata intorno alle ore 13 di oggi, sabato 20 febbraio. Egidio Battaglia, operaio di 43 anni, ha ucciso il suo bambino di soli due anni, per poi togliersi la vita tagliandosi la gola. Il tutto è avvenuto in pieno giorno e nell’abitazione in cui l’uomo, suo figlio e sua moglie vivevano da anni.
La notizia arriva da Castello di Godego, un piccolo comune in provincia di Treviso, in Veneto. L’uomo, in preda ad un raptus di follia, ha prima ucciso il suo figlioletto e poi si è tolto la vita tagliandosi la gola con un coltello da cucina.
Ad accorgersi che ci fosse qualcosa che non andasse, è stato Fortunato Battaglia, padre di Eugenio e nonno del piccolo Massimiliano. Papà e figlio, infatti, dovevano andare a pranzo a casa sua, ma vedendo che i due non arrivavano, l’anziano signore si è preoccupato ed è andato nell’appartamento a controllare.
Arrivato sul posto, ha provato più volte a suonare il campanello e non ricevendo risposta alcuna, ha allertato subito le forze dell’ordine. Dopo aver forzato la porta, gli inquirenti hanno trovato davanti a loro la macabra scena. Inutile la chiamata ai soccorritori del 118. Al loro arrivo, non hanno potuto far altro che constatare il decesso di padre e figlio.
Al momento, l’unica pista che stanno seguendo gli inquirenti, capeggiati dal pm Mara De Donà, è quella del omicidio – suicidio.
I motivi del gesto di Eugenio Battaglia
Liti in famiglia e problemi economici. Sono queste le prime ipotesi che vengono in mente quando accadono vicende terribili come questa. Tutte, però, sono state smentite dai numerosi amici e conoscenti della famiglia distrutta da questo avvenimento.
Il matrimonio di Eugenio con sua moglie, pare che non avesse alcun problema. Anche economicamente la famiglia se la cavava abbastanza bene.
A fare chiarezza sulle motivazioni che avrebbero spinto l’uomo a compiere l’efferato gesto, ci penserà una lettera che Battaglia ha scritto poco prima di compiere l’atto e che gli investigatori hanno ritrovato sul tavolo della cucina dell’appartamento.
Stando ad alcune indiscrezioni, pare che il piccolo Massimiliano, di soli due anni, soffrisse di una grave malattia. Malattia per la quale i medici avevano escluso che ci fosse una cura.