Cogne, sono passati 20 anni dall’omicidio di Samuele Lorenzi e dai demoni di Annamaria Franzoni
Sono passati 20 anni dalla morte del piccolo Samuele Lorenzi e dalla terrificante telefonata di Annamaria Franzoni, oggi una donna libera
L’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi ha segnato la cronaca nera italiana ed è uno di quei casi che mai nessuno dimenticherà. Era il 30 gennaio del 2002, quando veniva assassinato nella villa di Cogne. Sono passati 20 anni.
Sono le 5:30 del mattino, quando Annamaria Franzoni chiede a suo marito Stefano di chiamare un’ambulanza, perché non si sente bene. Non riesce a respirare normalmente e si sente mancare. Una guardia medica arriva alla villa e dopo aver visitato la donna, se ne va.
La Franzoni non ha nulla che non vada, soltanto uno stato emotivo accentuato. Così il marito rimane con lei finché non arriva l’ora di andare a lavorare.
Poco dopo arriva l’ora di alzarsi dal letto anche per Annamaria. Deve preparare il figlio più grande Davide, che deve prendere l’autobus ed andare a scuola ed occuparsi del più piccolo, Samuele. Quest’ultimo fa più capricci del solito.
Passano altre tre ore, quando la donna telefona al 118: “Aiuto, a mio figlio è scoppiato il cervello”.
Una chiamata terrificante che ha subito allarmato tutti. In poco tempo alla villa di Cogne giungono il medico di base, il 118, papà Stefano e i vicini.
Si parla inizialmente di un aneurisma, ma secondo gli operatori sanitari quel bimbo di soli 3 anni non può aver avuto un’emorragia interna, viste le ferite che ha sulla testa.
Poco prima che possa essere trasportato con l’elisoccorso, Samuele muore sulla barella.
Le indagini sulla morte del piccolo Samuele Lorenzi
L’autopsia sul corpicino senza vita di Samuele Lorenzi fa subito luce su cosa sia accaduto quel giorno in quella casa. Il bambino è stato colpito alla testa 17 volte con un pesante oggetto.
Subito gli inquirenti avviano le indagini all’interno della villa. Non trovano l’arma del delitto, ma molto sangue nel letto dove Samuele è stato ucciso.
I Lorenzi puntano il dito contro i vicini, accusati di aver fatto del male a Samuele, rimasto nel lettone, mentre la mamma accompagnava il figlio più grande a scuola.
L’omicidio diventa l’argomento all’ordine del giorno su tutti i giornali. Tutti gli indizi portano ad Annamaria Franzoni.
Nell 2004, la donna viene condannata a 30 anni di reclusione. Secondo i Ris, chiunque avesse ucciso Samuele, indossava gli zoccoli e il pigiama della Franzoni. Secondo i medici, Annamaria quel giorno è stata assalita da uno stato che l’ha portata a massacrare suo figlio e poi a rimuovere l’omicidio dalla testa.
Nel 2007 viene condannata a 16 anni e nel 2014 raggiunge il regime di semilibertà. Il suo è stato definito il processo del secolo. Oggi Annamaria Franzoni è libera, ha scontato la pena ed è tornata dalla sua famiglia. Ha avuto un altro figlio e suo marito l’ha sempre sostenuta ed aspettata.