Coronavirus, chi sono i “debolmente positivi”
Coronavirus, chi sono i "debolmente positivi": non pasta più dire se una persona è positiva o negativa, lo spiega Bassetti
La pandemia che vive oggi il mondo ha portato con se’ molte novità, tra cui alcuni termini scientifici che prima erano riservati agli specialisti legati al campo medico, mentre adesso sono sulla bocca di tutti. Negli ultimi giorni sentiamo spesso parlare di una nuova categoria positivi al coronavirus, chi sono i “debolmente positivi”, che cosa significa esserlo?
Ce lo spiega attraverso un post scritto su Facebook, Matteo Bassetti, il direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Secondo lui sarebbero più del 50% i debolmente positivi in Lombardia rispetto al totale dei positivi.
“Il numero di tamponi classificati come debolmente positivi in Lombardia, continuano a crescere, sono oltre il 50%.
Ma cosa vuol dire ‘debolmente positivo’? A Pavia è stata eseguita una ricerca su 280 soggetti guariti da coronavirus, è stato riscontrato che avevano ‘cariche’ basse, ovvero segnalate appunto come ‘debolmente positive”.
“Si è dimostrato che si tratta di soggetti che non sono più contagiosi. Ma se sono da considerarsi non più sintomatici e non contagiosi, perché si continua a contarli come casi e a metterli in quarantena? Perché si scrive positivo, se il significato è diverso?”, scrive Bassetti.
L’OMS ha stilato nuove linee guida riguardo i tamponi e riguardo l’assenza dei sintomi. Gli esperti continuano a confrontarsi per cercare di giungere ad una conclusione.
“Credo che sia importante soprattutto per chi ha già tamponi negativi, e gli vengono richiesti nuovamente test che risultano debolmente positivi (che sono quelli che oggi confondono più le cose), che questi vengano risposti come indeterminati o come negativi. Dire semplicemente che una persona è positiva non basta più “, ha scritto Bassetti.
“ I laboratori devono definire non solo se il tampone è positivo o negativo, ma anche quanto è presente il virus in quel tampone. Dire positivo non basta più. Non serve”, sostiene Bassetti.
Anche l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha fatto questo appello all’Istituto Superiore di Sanità. Speriamo che presto avremmo tutti le idee chiare anche su questi termini.