Coronavirus, la spesa degli italiani cambia: dati inquietanti
Coronavirus, la spesa degli italiani è cambiata da quando è iniziata la quarantena: e i nuovi dati sono inquietanti. Cibo spazzatura e dolciumi vari alle stelle
Il Coronavirus ha cambiato anche le abitudini alimentari degli italiani: come tutto avrete sentito farine, burro e lievito spesso sono introvabili nei supermercati, in molti infatti si sono cimentati nella preparazione di pane e pizza fatti in casa. Andiamo quindi a vedere com’è cambiata la spesa
I dati, inquietanti, elaborati da Niels relativi alla spesa degli italiani nella terza settimana di marzo sono davvero incredibili: pizze surgelate (+45,7%), affettati (+28,1%), mozzarelle (+44,6%), wurstel (+44,2%), patatine (+25,7%), creme spalmabili dolci (+61,3%), gelati (+21,5%), wafer (+16,2%), per non parlare delle farine raffinate (+186,5%).
Un altro boom è riconducibile al latte e dei prodotti Uht (+62,2%) o di tonno in scatola (+56,0%); scorte record di guanti per la casa (+362,5%) detergenti (+49,7%) e alcol (+169,2%)
Oltretutto, come riporta Reportageonline, i volumi della spesa sono in aumento: si parla di un 17,8% in più rispetto allo scorso anno, con puntate del 105,9% per farine e miscele e 88,1% per le commodities (alcol, ammoniaca e simili)
Inoltre, come riporta Repubblica, gli italiani secondo le stime ingrasseranno dai due ai quattro chili, c’è da dire che in molti si stanno anche cimentando nelle attività sportiva casalinga, ma vista la spesa potrebbe non bastare
Rachel Herz, neuroscienziata canadese, spiega anche qual è il problema di mangiare troppi zuccheri e carboidrati: “Perché mangiamo quel che mangiamo, amiamo il comfort food perché provoca un maggiore rilascio di endorfine, l’eroina naturale che il nostro corpo produce per proteggerci dal dolore. Ma spesso il comfort food presenta un alto contenuto di zuccheri e carboidrati…”
Giorgia Rostagno, nutrizionista inoltre spiega: “Teoricamente mangiare in casa è un bene, consente di controllare la qualità della materia prima, di evitare i cibi pronti. Ma stando in casa ci si annoia e si attiva una fame nervosa compensativa, quella che ci fa andare in cerca di uno snack, di un pacchetto di cracker, di un pezzo di cioccolato”.