Davide Rebellin: il doloroso giorno del funerale del campione
Tantissimi i presenti ieri al Duomo di Lonigo per dare l'ultimo saluto a Davide Rebellin, "grande uomo, esempio di umiltà e tenacia"
Nella giornata di ieri, nel Duomo di Lonigo, si è tenuto il solenne funerale di Davide Rebellin. Tanti gli amici, ex colleghi, tifosi e cicloamatori che hanno voluto essere presenti per dare l’ultimo saluto al campione delle due ruote volato via troppo presto e in circostanze tragiche lo scorso 30 novembre.
Nei giorni scorsi erano arrivati i risultati dell’autopsia sul corpo di Rebellin, che non hanno fatto altro che confermare ciò che fondamentalmente già si sapeva. L’ex campione è deceduto per i gravissimi traumi riportati nell’impatto con il tir che lo ha investito.
Subito dopo, la procura ha emesso il nullaosta che ha permesso ai familiari di organizzare il funerale del proprio marito, padre, fratello, figlio, amico.
Tantissimi i presenti nel Duomo di Lonigo. Oltre ai suoi familiari, ancora devastati per quanto successo, decine di amici, ex colleghi e tifosi.
Da Davide Cassani, ex ciclista ed ex commissario tecnico della nazionale italiana, a Daniele Bennati, attuale allenatore degli azzurri. Da Gilberto Simoni, vincitore per due volte del Giro d’Italia ed ex compagno di squadra di Davide a Cristian Salvato, presidente dell’associazione corridori professionisti.
Un lungo applauso ad accompagnare il feretro sia all’entrata che all’uscita dalla chiesa e uno striscione, appeso sul cornicione di fronte al Duomo, con una frase per rendere onore a Rebellin: “Grazie Davide, grande uomo, esempio di umiltà e tenacia“.
L’incidente di Davide Rebellin
Davide Rebellin si era ritirato dal ciclismo professionistico solo qualche mese fa, ma aveva continuato con i suoi allenamenti, perché da quella bici non voleva affatto scendere.
Stava pedalando anche quella mattina dello scorso 30 novembre, ma non poteva immaginare ciò che di tragico stava per accadere.
Un camion lo ha travolto in pieno, spezzandogli la vita sul colpo e riducendo la sua bicicletta in un ammasso di tubi accartocciati.
L’autista del mezzo pesante, un uomo di 62 anni tedesco, dopo averlo investito si è fermato in una piazzola poco più avanti, è tornato indietro, rendendosi perfettamente conto di quanto era appena successo, e poi è andato via senza prestare soccorso né consegnarsi alle autorità.
In Germania non vige il reato di omicidio stradale, quindi l’uomo non è stato arrestato ed è attualmente indagato a piede libero.