Denise Pipitone – La guardia giurata del video di Milano ha raccontato dopo 17 anni cosa è davvero accaduto quel giorno
L'intervista a Felice Grieco, la guardia giurata che filmò la bambina a Milano 17 anni fa
Negli ultimi giorni, dopo la storia di Olesya Rostova, si è tornati a parlare della piccola Denise Pipitone e del giorno della sua scomparsa. A distanza di anni, la guardia giurata che filmò la bimba a Milano, ha rilasciato un’intervista alla trasmissione Iceberg Lombardia.
Sono 17 lunghi anni che Felice Grieco vive con il senso di colpa di non essere riuscito a fare di più, per scoprire se quella bambina, filmata insieme ad un gruppo di rom, fosse davvero la piccola Denise.
Purtroppo sono 17 anni che io vivo con il rimorso di non aver agito d’impulso, anche se sarei andato nell’errore. Quel giorno non me la sentii.
In questi giorni sul web sono stato attaccato da molte persone per questa cosa. Tutti dicono che avrei dovuto prenderla e portarla via, che io essendo una guardia giurata avrei potuto farlo. Si sbagliano di grosso. Non potevo fare niente.
La guardia giurata ha poi continuato raccontando di come sono andate le cose quel giorno:
Quella mattina verso le 12 il direttore della banca mi invitò ad allontanare un ragazzino che disturbava. Appena girato l’angolo mi trovai davanti un’altra bambina che colpì subito la mia attenzione, assomigliava molto a Denise Pipitone.
Felice Grieco ha prima telefonato a sua moglie e subito dopo alla polizia. Alla richiesta di poter intervenire con una scusa, gli agenti gli dissero di non fare nulla e di attendere il loro intervento. Così decise di girare il famoso video, pensando di fornire delle prove concrete.
Per trattenere il gruppo di rom chiesi alla bimba se volesse mangiare qualcosa, mi rispose: una pizza. La polizia arrivò molto tardi, quella mattina ci fu un omicidio al Niguarda. Il gruppo con la bambina si allontanò. La bambina parlava perfettamente italiano.
Quella bambina non fu mai trovata e nemmeno la donna rom che si trovava con lei. Dall’audio si sente la sua voce, mentre la chiama “Danas” e la piccola che le risponde in perfetto italiano “Dove mi porti?”.
Tempo dopo incontrai a Milano Piera Maggio, proprio sul luogo della mia segnalazione. Si arrabbiò molto con me. La capisco.