Denise Pipitone: l’ex pm Maria Angioni e la pista della Tunisia
Si torna a parlare della pista della Tunisia a Quarto Grado. L'ex pm Maria Angioni: "Non voglio disturbare la famiglia e creare illusioni"
L’ex pm Maria Angioni è stata colei che ha fatto riaccendere i riflettori sul caso della piccola Denise Pipitone, durante il programma televisivo Ore 14. Da quel momento, sono emerse tante bugie, depistaggi, incongruenze. L’intera Italia si è schierata accanto a Piera Maggio, chiedendo verità.
Maria Angioni è stata accusata di falsa testimonianza ed è finita a processo, ma continua a sostenere la sua tesi. Ad un inviato della trasmissione Quarto Grado, ha parlato della pista della Tunisia. Secondo l’ex pm, c’è una ragazza tunisina che presenta caratteristiche come quelle di Denise Pipitone.
Le parole di Maria Angioni
Ci sono una serie di risultanze che potrebbero aprire nuove possibilità. Questa ragazza è stata segnalata anche da uno stretto familiare di Denise nei primi mesi del 2022.
L’Angioni ha poi spiegato che, dopo essersi dimessa dalla magistratura, lei non sta continuando ad indagare, poiché non vuole disturbare la famiglia della bimba scomparsa e non vuole creare false illusioni.
La sua teoria è nata dalla motonave Donatella D’Abundo, salpata il 2 settembre del 2004, il giorno successivo alla scomparsa di Denise Pipitone. Da Napoli a Trapani e poi in Tunisia. Tutto in modo veloce e senza controlli doganali. Sarebbe stato facile nascondere una bambina.
La pista della Valtellina
C’è un’altra pista che ha preso piede nelle ultime ore e che ha suscitato la rabbia della famiglia di Denise, ma anche dell’intera Italia. Si tratta della pista della Valtellina. Tutti i dettagli sono emersi durante l’ultima puntata di Ore 14, il programma tv condotto da Milo Infante.
Nel 2005, una donna egiziana segnalò una situazione anomala ai Carabinieri. Una ragazza kosovara che faceva le pulizie a casa sua, con un nome falso (Juliette) e senza permesso di soggiorno, le aveva mostrato le foto di una bambina chiamata Danas, che somigliava molto a Denise. La piccola si trovava a Bergamo con una sua zia, che spesso andava a trovare. Quella donna le aveva detto che non poteva iscrivere Danas a scuola e non poteva lasciare l’Italia, poiché la piccola non aveva i documenti.
L’egiziana, incuriosita, fa in modo che Juliette organizzi una cena con quella zia e la sua famiglia. Ed è così che riesce a conoscere quella bambina e somigliava davvero a Denise. Era l’unica che parlava italiano e che non chiamava mamma quella donna.
Così, dopo la segnalazione, gli agenti iniziano le intercettazioni. Purtroppo, nessun interprete riesce a comprendere quel dialetto kosovaro. Alla fine, decidono di fare irruzione durante un matrimonio, ma non trovano nessuna donna con quell’aspetto e nessuna bambina di nome Danas. Ed è così che la pista valtellinese cade nel vuoto, per mancanza di prove.
La domanda che oggi risuona negli studi di Rai2 è una sola. Perché quella Juliette non è mai stata cercata e ascoltata? Secondo la donna egiziana, sul suo cellulare c’erano le foto di Danas e sarebbe stato semplice confrontarle con quelle della piccola Denise Pipitone, visto che era scomparsa da pochi mesi.