Denise Pipitone: perché la magistratura dovrebbe riaprire le indagini e cosa è successo dopo la scomparsa. Parla la pm che si occupò del rapimento della bambina
Le parole della pm Maria Angioni sul caso di Denise Pipitone durante la trasmissione Ore 14 su Rai2
Si sono riaccesi i riflettori sul caso di Denise Pipitone, la bimba scomparsa 17 anni fa a Mazara del Vallo. Dopo che una ragazza russa si è recata in una trasmissione del suo paese, in cerca della sua mamma, le sue immagini sono arrivate fino in Italia. E in tanti hanno sperato che fosse davvero lei.
La vicenda si è poi trasformata in un teatrino, che non è stato affatto apprezzato dalla famiglia della piccola Denise. L’avvocato Giacomo Frazzitta ha accettato di partecipare alla trasmissione Lasciali Parlare, soltanto per farsi comunicare il gruppo sanguigno di Olesya Rostova. Gruppo che è risultato essere diverso da quello della bimba scomparsa.
Nonostante la delusione, l’intera Italia si unita a Piera Maggio per cercare la piccola Denise. Dopo 17 lunghi anni, si è anche tornati a parlare di come si svolsero le indagini sul rapimento. Tra le tante opinioni, è arrivata anche quella di Maria Angioni, la pm che si occupò di coordinare le indagini dopo la scomparsa.
Indagini Denise Pipitone: le parole di Maria Angioni
Durante la trasmissione Ore 14 su Rai2, ha raccontato dei tentativi di depistaggio alle indagini. Le persone sospette, sapevano già di essere intercettate dalle forze dell’ordine.
Abbiamo avuto grossi problemi. Abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo. Ad un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso da capo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile.
Quelle della dottoressa Angioni sono delle accuse molto gravi contro la polizia giudiziaria, che avrebbe fatto trapelare informazioni riservate. E ciò basterebbe per far riaprire il caso dopo 17 anni. La pm crede anche che i rapitori di Denise si siano serviti della collaborazione di elementi della criminalità organizzata e della mafia. Insomma l’omertà di una comunità che avrebbe voluto, secondo la sua opinione, punire una moglie infedele a suo marito.
Piera Maggio non si è mai rassegnata e ancora oggi continua a cercare la sua bambina, perché è convinta che sia ancora viva da qualche parte. Dopo tanto tempo, è ora che tutti combattano per scoprire la verità.