Denise Pipitone, rivelato un altro dettaglio a Quarto Grado: l’impronta di una manina
Il caso di Denise Pipitone durante l'ultima puntata di Quarto Grado: l'impronta di una manina su una delle macchine ispezionate
Un altro dettaglio sul caso della piccola Denise Pipitone, è emerso durante l’ultima puntata del programma tv Quarto Grado. Un dettaglio che riguarda una macchina e l’impronta di una manina che non ha mai trovato riscontri. Gli inquirenti non avevano a disposizione le impronte digitali della bambina scomparsa.
Nel 2004, subito dopo il rapimento, una coppia testimonia di aver visto una macchina sfrecciare, precisamente una Ford Fiesta di colore grigio, a pochi metri dal punto in cui è scomparsa la piccola. La vettura è andata a sbattere contro un marciapiede e si è poi allontanata velocemente.
Una donna racconta che si trattava un vecchio modello e che la targa iniziava con TP. Alla guida c’era una signora dall’apparente età di 50 anni, occhiali da vista, capelli castani, taglio corto e indossava qualcosa di scuro. Il racconto è stato poi confermato anche da un carrozziere di Mazara del Vallo.
Denise Pipitone: la testimonianza del carrozziere
Sette mesi dopo la scomparsa di Denise, l’uomo viene ascoltato dal Pubblico Ministero e racconta di aver visto una macchina guidata da una donna che era andata a sbattere come se fosse in stato confusionale. Si trovava fuori alla sua carrozzeria. Così, è salito sul suo scooter ed ha provato ad inseguirla, ma la vettura si è diretta verso una strada sterrata ed ha sollevato un gran polverone, facendo perdere le sue tracce.
Gli inquirenti hanno cercato a lungo l’auto di quella donna. Tra le tante ispezionate, ce n’era una che presentava un dettaglio particolare: l’impronta di una manina sul lato del passeggero. Un’impronta ricca di informazioni, che nessuno ha mai potuto confrontare per via dell’assenza delle impronte di Denise Pipitone.
La pista della Fiesta, alla fine, venne fatta cadere nel vuoto e l’interrogativo su chi fosse quella donna che sfrecciava a tutta velocità, c’è ancora oggi, dopo 17 lunghi anni. E di certo non è l’unico mistero che avvolge il caso di Denise Pipitone.