Diana Pifferi: emersi nuovi dettagli sul papà biologico e su cosa voleva fare Alessia
Nuovi dettagli sull'identità del papà biologico di Diana Pifferi, la bimba morta di stenti e su cosa Alessia voleva chiedere all'uomo
Emersi nuovi dettagli sul papà biologico della piccola Diana Pifferi. La madre 37enne ha sempre dichiarato, dal giorno dell’arresto, di non aver mai saputo della gravidanza fino al parto e di non aver mai rivelato a nessuno l’identità del padre.
Dalle indagini e dalle nuove dichiarazioni di Alessia Pifferi, è emerso che la donna ha sempre saputo chi fosse il padre e che, prima dell’arresto, aveva intenzione di chiedergli il riconoscimento, così da ottenere l’assegno di mantenimento.
Il papà della piccola Diana è un imprenditore di Ponte Lambro, che vive poco distante dall’abitazione in cui la bimba di soli 18 mesi è morta di stenti.
Perché però Alessia ha sempre mentito sull’identità dell’uomo? La Pifferi doveva proteggere la sua relazione con l’uomo 58enne di Leffe, colui che credeva quello giusto per sistemarsi e avere finalmente la vita che voleva. Non gli aveva detto di essere incinta, l’uomo aveva avuto dei sospetti, non aveva mai il ciclo ed era ingrassata, ma la 37enne riusciva ogni volta a convincerlo che non fosse così.
Poi, è arrivato il giorno del parto e Alessia ha dato alla luce, a 7 mesi di gestazione, la piccola Diana proprio nel bagno dell’abitazione del 58enne. Ha dichiarato di non sapere che fosse incinta e di non sapere chi fosse il padre. Una situazione che in seguito l’uomo ha accettato, visto che la loro relazione è proseguita.
Le bugie sulla piccola Diana Pifferi
In quei sei orribili giorni, Alessia Pifferi gli aveva detto di aver lasciato Diana al mare con la sorella ed era partita per Leffe. Ogni volta andava da sola, perché voleva “respirare un po’”. Alla madre, alla sorella, a tutti diceva invece che Diana era con lei o con la baysitter. La bambina, invece, era a casa da sola, a morire di fame e di sete.
Inizialmente, aveva deciso di allontanarsi per il week-end, ma poi quella vacanza si è prolungata fino a sei giorni e al suo rientro, la madre ha trovato la figlia ormai priva di vita.
Ha raccontato agli inquirenti di averla lasciata con la babysitter, un fantasma inventato da lei. Poi la frase sconvolgente nel momento dell’arresto: “Sapevo che poteva finire così, ho sperato che quello che le avevo lasciato le bastasse”. Alessia Pifferi era ben consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere alla figlia.
Perché nessuno ha sentito piangere una bambina, mentre si spegneva lentamente? Gli inquirenti credono che la donna possa averla sedata con la boccetta di En trovata in cucina. Se dagli esami, che nei prossimi giorni verranno effettuati sul latte nel biberon, l’ipotesi dovesse trovare conferma, Alessia Pifferi verrà accusata anche di premeditazione.