Dimitri, il bambino di Chernobyl torna in Italia grazie a ‘nonno Artemio’
Era soltanto un bambino quando la famiglia di Artemio lo ha accolto grazie al programma. Oggi Dimitri torna in Italia con moglie e figlia
Le sue foto, insieme alla sua famiglia, hanno scaldato il cuore dell’Italia intera. Si chiama Dimitri ed era, nel 1997,un bambino di Chernobyl.
All’epoca è stato ospitato da Artemio Berto, grazie al programma i ‘bambini di Chernobyl’ e lo stesso uomo, oggi un pensionato ed ex consigliere comunale, lo ha ricontattato e gli ha offerto ospitalità durante la guerra Ucraina – Russia.
Oggi Dimitri è un uomo
Oggi Dimitri Bratina ha 34 anni, una moglie e una bambina di 4 anni. Nel 1997 durante il periodo estivo, grazie al programma, il bambino di Chernobyl era stato ospitato in Italia. Accolto come un membro della famiglia da Artemio e dai suoi parenti.
E oggi ho potuto contare su quella stessa accoglienza, che lo sta proteggendo in un periodo che purtroppo non dimenticherà mai in tutta la sua vita. Lo stesso ragazzo ha raccontato:
Prima dell’invasione, Artemio ci aveva chiesto se volevamo venire qui da lui, ma noi pensavamo che fosse solo un tentativo russo per far paura agli ucraini. Poi, quando è iniziata l’invasione, eravamo già in macchina e siamo riusciti ad attraversare il confine e venire fino a qui.
Le loro foto, mentre sorridono felici perché consapevoli di essere in un posto sicuro, hanno fatto il giro dei social network ed hanno scaldato il cuore di migliaia di persone.
Dimitri conclude, riferendosi ad Artemio:
Ci siamo sempre tenuti in contatto, considerandolo ‘nonno Artemio’. Ha un cuore grande.
Negli ultimi 35 anni, l’Italia ha ospitato 500.000 bambini ucraini e bielorussi, per aiutarli con la decontaminazione dalle radiazioni. Oggi quei bambini diventati dei ragazzi, ricontattano le famiglie italiane e le stesse famiglie italiane ricontattano quei bambini, durante quest’incubo che sta vedendo morire tantissime persone.
Sono diverse le storie, come quella di Dimitri, che si sono diffuse sui social network. Yana, ad esempio, è un ex bambina di Chernobyl e ogni estate, da bambina, lasciava l’orfanotrofio della sua città per raggiungere l’Italia e per stare con i suoi genitori affidatari Carla e Andrea.
Ricomincerò qui, con il cuore in Ucraina.