Donna incinta morta a Palermo con la sua bimba: il marito vuole verità
La mamma è morta dopo aver accusato un malore a casa
Vuole la verità il marito della donna incinta morta a Palermo con la sua bimba, dopo che la mamma, non alla prima gravidanza, ha avuto un malore in casa. E sarà l’autopsia sul corpo della moglie a svelare le cause del decesso: l’uomo continua a sostenere che fosse in ottima salute e che non c’erano stati segnali di una tragedia così dura da affrontare.
Deve ancora essere conferito l’incarico per eseguire l’autopsia sia sul corpo di Caterina Todaro sia su quello della piccola Desirè, che la donna portava ancora in grembo quando è morta a Palermo il 5 maggio scorso. Ma è questione di giorni per capire le cause del decesso.
Lorenzo Meschisi, marito di Caterina Todaro, assistito dallo studio 3A-Valore Spa per le questioni legale, vuole capire come sia stato possibile che la donna d i 38 anni sia morta. Non riesce a farsene una ragione e continua a sostenere che la sua compagna godeva di ottima salute.
L’uomo ha raccontato che la gravidanza, che non era la prima per Caterina Todaro, procedeva bene, senza problemi. La ginecologa aveva deciso di farle fare degli esami in più per sicurezza, ma tutti i risultati erano a posto.
Caterina non soffriva di alcuna patologia, l’unico problema di cui si lamentava ultimamente era un pò di sciatica. Effettuava esami e analisi ogni mese, risultati sempre tutti a posto, con parametri nella norma: le era stata prescritta solo la cardio-aspirina.
Donna incinta morta a Palermo con la sua bimba: solo l’autopsia chiarirà le cause del decesso
L’uomo quella mattina del 5 maggio ha trovato la donna esanime a terra, vicino alla porta del bagno. Non le rispondeva al telefono, si è preoccupato ed è corso a casa. Non respirava e il suo corpo era già freddo, come ha raccontato il marito.
I soccorritori sono giunti a casa per soccorrere la donna incinta all’ottavo mese, ma senza il medico e dopo una ventina di minuti, come denuncia l’uomo. Intanto sul caso indaga anche la Procura, con indagini coordinate dal pm Luisa Vittoria Campanile.