Donna sopravvissuta al naufragio della Concordia torna in vacanza dopo 11 anni, figlie intossicate

Doveva essere la sua rinascita!

Angela ha 41 anni e vive a Dragonia, una frazione di Roma Capitale. La donna è sopravvissuta al naufragio della Concordia, la nave da crociera che ha avuto un incidente di fronte all’Isola del Giglio causando il decesso di molte persone. La donna decide di tornare in vacanza dopo 11 anni, la vacanza della sua rinascita, per superare i traumi di quell’evento terribile vissuto sulla sua pelle. In Egitto, però, le figlie rimangono intossicate.

Donna sopravvissuta al naufragio della Concordia

La donna di 41 anni nel 2012 era sulla Costa Concordia. A causa di quell’evento traumatico che ha vissuto non è più riuscita a toccare il mare. Ha visto persone togliersi la vita, corpi galleggiare, sangue ovunque sulle pareti della nave.

Da quella notte la donna associa l’acqua alla morte. Dopo 11 anni, però, Angela ha deciso di sconfiggere la sua paura e tornare in vacanza. Aveva organizzato un viaggio in Egitto, a Marsa Alam. Ma la vacanza si è trasformata in un incubo.

Le mie figlie sono state male per giorni, la più piccola ha rischiato il collasso. Ho speso oltre 6 mila euro, i risparmi di anni: sono una madre separata, senza mantenimento, di due bambine. Ho fatto sacrifici per permettermi una vacanza così speciale. Con me è venuta la mia migliore amica, che è una sorella, perché da sola non ce l’avrei mai fatta.

Le sue due figlie e il figlio dell’amica, durante una cena beduina consumata nell’escursione nel deserto, hanno mangiato o bevuto qualcosa che ha causato vomito, febbre, diarrea con sangue, pressione bassissima.

Angela

Donna sopravvissuta al naufragio della Concordia va in vacanza dopo 11 anni, ma le figlie stanno male

Per fortuna al rientro in Italia e con le cure già iniziate in Egitto, i ragazzini si sono ripresi. La donna chiede un rimborso del soggiorno, perché non hanno usufruito dei servizi, dovendo rimanere chiusi in camera nella speranza che i bambini guarissero.

Costa Concordia

Doveva essere il viaggio della rinascita, ma è stato un incubo.

All’epoca non ho avuto assistenza psicologica, perché grazie ad amici e parenti sono riuscita piano piano a ripartire. E mi era stato chiesto di dare precedenza ai reduci che volevano suicidarsi. Non me la sono sentita così di chiedere aiuto io.