Due gioielli di Firenze riaprono al pubblico
La Direzione regionale musei della Toscana, riapre da mercoledì 27 maggio 2020 il Parco di Villa il Ventaglio e il Cenacolo di Sant'Apollonia
Parte da questi due luoghi prestigiosi il piano di riapertura graduale dei musei e luoghi della cultura di pertinenza della Direzione regionale (in totale 49), che avverrà nel rispetto di tutte le norme di sicurezza previste per i visitatori, il personale, gli ambienti e le opere, in linea con le indicazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale e con le indicazioni operative fornite dalla Direzione Generale Musei.
Entrambi i musei hanno un importante valore simbolico e affettivo per i fiorentini.
Il Parco di Villa il Ventaglio è particolarmente amato dai cittadini e residenti ed è stato recentemente riaperto interamente al pubblico il 31 maggio 2018 grazie all’impegnativo intervento di recupero finanziato dalla Fondazione CR Firenze tramite uno dei progetti Art Bonus della Direzione regionale musei della Toscana. Il Parco di Villa Il Ventaglio si estende su un fianco della Collina delle Forbici per circa cinque ettari. Nacque verso la metà dell’Ottocento per ottenere un viale carrozzabile che consentisse una risalita dolce e panoramica del pendio, permettendo così un accesso alla Villa del Ventaglio più agevole ed esclusivo rispetto alla ripida via delle Forbici. Come per la Villa, il progetto di questo incantevole parco romantico all’inglese si deve all’architetto Giuseppe Poggi (1811-1901), che creò scorci e prospettive incantevoli tramite l’alternanza tra le grandi masse arboree e le ampie superfici a prato, sottolineando i valori paesaggistici del luogo e le spettacolari vedute sulla città e anticipando così il progetto del Viale dei Colli, da lui realizzato al tempo del trasferimento della capitale del Regno d’Italia a Firenze nel 1865.
Il Cenacolo di Sant’Apollonia fa parte di quel patrimonio ingiustamente considerato “minore” che contiene meraviglie tali da destare stupore nel visitatore che lo riscopre, un patrimonio spesso fuori dai grandi flussi turistici che oggi, più che mai va rivalutato alla luce delle nuove modalità di fruizione del patrimonio artistico e culturale che la gestione della crisi epidemica impone. Il Cenacolo è rimasto “segreto” fino all’Ottocento, custodito dalle monache di clausura del convento delle benedettine di Santa Apollonia, fondato nel 1339. Nel 1447 circa, Andrea del Castagno affrescò la parete di fondo del refettorio con l’Ultima Cena, un tesoro artistico per la ricchezza dei dettagli e la riuscita illusione prospettica, la Crocifissione, la Deposizione e la Resurrezione. Sotto la gestione della Direzione regionale musei della Toscana negli ultimi anni è stato al centro di importanti iniziative di carattere culturale tra le quali il progetto di Virgilio Sieni Cenacoli Fiorentini_Grande Adagio Popolare e Strings City, il festival diffuso, tra #firenze e i comuni della Città Metropolitana, dedicato alla musica e agli strumenti a corda.