È morta Rosa Tripodi
Rosa Tripodi, madre di Antonella Multari, uccisa nel 2007, è deceduta a 69 anni. La sua denuncia ha avviato la legge contro lo stalking
Il dramma di una famiglia segnata dalla violenza e dalla perdita riemerge con la notizia della morte di Rosa Tripodi, avvenuta all’età di 69 anni a Sanremo. Rosa era la madre di Antonella Multari, una giovane donna uccisa brutalmente nel 2007 dal suo ex fidanzato, un caso che ha avuto un impatto significativo sulla legislazione italiana in materia di stalking.
La tragica storia di Antonella Multari
Il 10 agosto 2007, la vita di Rosa Tripodi cambiò per sempre quando la sua figlia di 32 anni, Antonella Multari, fu assassinata in pieno giorno. L’omicidio avvenne nei pressi di un centro estetico a Sanremo e fu perpetrato dall’ex fidanzato Luca Delfino, il quale inflisse 44 coltellate alla giovane. Questo crimine efferato non solo scosse la comunità locale, ma portò l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica su un problema serio: la violenza domestica e lo stalking. Rosa, che aveva cercato aiuto e aveva denunciato le molestie che Antonella subiva da Delfino, si trovò a dover affrontare la devastazione di una perdita inimmaginabile.
Delfino, che non aveva accettato la rottura della relazione, aveva tormentato Antonella per mesi, nonostante le segnalazioni di Rosa alle autorità. La denuncia di Rosa divenne un simbolo della lotta contro la violenza di genere. La sua testimonianza contribuì a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere per l’introduzione di leggi più severe contro lo stalking, una questione che Rosa stesso ha criticato in seguito, dichiarando che la legge, così com’era, non era sufficiente a proteggere le donne da simili abusi.
Le conseguenze legali e il futuro di Luca Delfino
Dopo aver scontato 16 anni e otto mesi di carcere per l’omicidio di Antonella, Luca Delfino è stato trasferito nel 2023 in una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) a Genova Prà. Questa struttura è dedicata a coloro che sono considerati socialmente pericolosi e che necessitano di misure di sicurezza. Nonostante la sua detenzione, i giudici lo hanno ritenuto ancora un soggetto pericoloso, e la possibilità di una sua liberazione è stata oggetto di preoccupazione per Rosa. Ella ha ripetutamente avvertito che Delfino potrebbe ripetere le sue azioni violente, esprimendo il timore che potesse “fare ancora del male” una volta libero.
La questione della liberazione di Delfino è complessa e dipende dalle perizie psichiatriche che continua a subire. Fino ad ora, tali valutazioni hanno confermato la sua pericolosità sociale, sconsigliandone il rilascio. Rosa Tripodi ha vissuto con il costante timore di ciò che potrebbe accadere se il suo incubo dovesse ripetersi. La sua lotta non è stata solo per la memoria di Antonella, ma anche per la sicurezza di altre donne e per la giustizia che continua a mancare in molte situazioni di violenza di genere.
Funerali e ricordi di Rosa Tripodi
Rosa Tripodi è venuta a mancare nell’ospedale di Sanremo, lasciando un vuoto profondo nella vita delle persone che l’hanno conosciuta. Sua figlia, Antonella, e il marito, Giovanni Multari, deceduto nel 2020, rappresentano una parte fondamentale della sua vita, e la sua perdita riporta alla luce il dolore e le cicatrici di una tragedia familiare. I funerali di Rosa si svolgeranno domani, alle 11, presso la chiesa di San Rocco a Vallecrosia, la città dove ha sempre vissuto. La sua vita e la sua lotta rimarranno nella memoria collettiva come un richiamo alla necessità di un cambiamento nella lotta contro la violenza di genere.