È morto il papà di Reeva Steenkamp, la modella uccisa da Oscar Pistorius

Reeva Steenkamp è stata uccisa nel 2013 dal campione paralimpico Oscar Pistorius. Il suo papà non si era mai ripreso, è morto nel sonno

Dopo anni di sofferenza, si è spento il papà di Reeva Steenkamp, la modella che ha perso la vita nel 2013 per mano di Oscar Pistorius. Barry Steenkamp aveva 80 anni e stava lottando con le sue condizioni di salute da diversi anni, dopo che era stato colpito da un ictus per il troppo dolore dovuto al delitto della sua ragazza.

morto il papà di Reeva Steenkamp

A dare la triste notizia, è stata l’associazione creata dalla famiglia a nome della modella Reeva Steenkamp:

È con il cuore pesante che annunciamo la scomparsa improvvisa e pacifica di Barry Steenkamp nel sonno. È stato una benedizione per molti e sarà ricordato con amore e grande affetto. Troviamo conforto nella consapevolezza che ora è con la sua amata Reeva.

Il papà si è ricongiunto con la sua amata figlia. Non era mai riuscito a perdonare Oscar, per avergli portato via un pezzo del suo cuore. Per il troppo dolore era stato colpito da un ictus poco dopo il delitto e non si era mai ripreso.

Il delitto di Reeva Steenkamp

Nel 2013, la sua “bambina” aveva 28 anni. Era il giorno di San Valentino, quando il campione paralimpico Oscar Pistoriu ha spezzato sua vita a colpi di pistola all’interno della sua abitazione. A quei tempi, l’uomo era un volto molto famoso nel mondo dello sport, gli erano state amputate le gambe da bimbo, per via di una condizione genetica. Grazie alle gambe in fibra di carbonio, si era fatto strada nello sport, arrivando a vincere diverse medaglie d’oro.

I due si frequentavano da poco tempo e la verità sul movente del delitto non è mai emersa. Il campione ha sempre sostenuto di averla “scambiata per un ladro“. Nel 2014, dopo un anno di udienze, Oscar era stato condannato a 6 anni di reclusione. Una sentenza che aveva fatto molto discutere e che per la maggior parte non aveva reso giustizia alla giovane modella.

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I pm hanno poi portato il caso alla Corte Suprema d’Appello e alla fine l’imputato è stato condannato a 13 anni di reclusione.