“È tutto falso” Bimba morta ad Acerra: proseguono le indagini, cosa sta emergendo in queste ore
Il pigiamino insanguinato della bimba morta ad Acerra è stato trovato nella spazzatura della clinica, mentre il padre rimane l'unico indagato per omicidio colposo legato all'attacco del cane.
Un tragico evento ha scosso la comunità di Acerra, in provincia di Napoli, dove una bimba di 9 mesi è deceduta in circostanze drammatiche. Attualmente si attendono i risultati delle indagini, comprese le analisi autoptiche e i test del DNA, per chiarire i dettagli di quanto accaduto. Un particolare inquietante è emerso riguardo a un pigiamino insanguinato, il quale sarebbe stato rinvenuto in un cassonetto della clinica e non all’interno dell’abitazione della famiglia.

Il ritrovamento del pigiamino insanguinato
Il pigiamino insanguinato, che si presume appartenesse alla bimba, è stato rinvenuto nella spazzatura della clinica Villa dei Fiori, dove il padre l’aveva portata. Questo elemento ha suscitato preoccupazioni e ha sollevato interrogativi sulla sequenza degli eventi che hanno portato alla tragedia. Gli investigatori mantengono strettamente riservate le informazioni, ma il fatto che il pigiamino non sia stato trovato all’interno dell’abitazione ha portato a ipotizzare che il padre, un uomo di 25 anni, avesse potuto cambiare la bambina prima di trasportarla in ospedale. Attualmente, lui è l’unico indagato, con l’accusa di omicidio colposo, poiché si sostiene che fosse responsabile della custodia della figlia e della vigilanza sul cane pitbull, che avrebbe aggredito la minore, provocandole lesioni fatali.
La tutina e le indagini della Polizia
Il 4 marzo, un servizio del Tgr ha riportato il ritrovamento del pigiamino, inizialmente descritto come rinvenuto nei sacchetti dell’immondizia prima di essere conferito in discarica. L’avvocato del padre ha confermato che nei verbali di sequestro non risulta alcuna menzione di pigiami o tutine. Secondo fonti, il vestito non si troverebbe né nell’abitazione né nelle immediate vicinanze, ma nella spazzatura della clinica, il che suggerirebbe che potrebbe essere stato gettato via da personale sanitario. L’attenzione degli investigatori si concentra ora su questo particolare, che potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere la dinamica della tragedia. In realtà sembrerebbe che il pigiamino sia stato trovato in clinica.
Le notizie false e le speculazioni
Negli ultimi giorni, il procuratore di Nola, Marco Del Gaudio, ha dichiarato che le indagini sono quasi concluse, ma ha anche avvertito riguardo alla diffusione di notizie false, alcune delle quali generate attraverso l’uso di intelligenza artificiale. Ha sottolineato l’importanza della presunzione di innocenza e ha esortato a non giudicare la situazione attraverso i media. Su diversi social network, sono circolate immagini attribuite erroneamente alla bimba deceduta, con intenti fuorvianti di scagionare il pitbull. Le foto, in realtà, risalgono a fonti del tutto estranee al caso attuale e sono state utilizzate in modo improprio per alimentare speculazioni infondate.
Le cause della morte della bimba
La mattina del 16 febbraio, il padre ha portato la bimba alla clinica dopo averla trovata a terra in una pozza di sangue, convinto che fosse ancora viva. Tuttavia, secondo i medici, la neonata potrebbe essere deceduta da almeno mezz’ora prima del suo arrivo. Le analisi autoptiche hanno rivelato ferite compatibili con morsi di cane e la causa del decesso deve ancora essere confermata ufficialmente. Gli specialisti devono determinare se le ferite siano state inflitte prima o dopo la morte, e se siano riconducibili a un attacco diretto del cane.
I test del DNA e le analisi delle feci canine
Le indagini continuano con l’analisi delle feci dei due cani presenti nell’abitazione, il pitbull e un meticcio, per cercare eventuali tracce organiche della bimba. Inoltre, si attendono i risultati dei test del DNA, che confronteranno il materiale genetico prelevato dal corpo della neonata con quello del pitbull. L’incarico per questi esami è stato conferito il 26 febbraio e i consulenti hanno richiesto un periodo di elaborazione di fino a 40 giorni. Questi risultati saranno fondamentali per chiarire le circostanze della tragedia e attribuire eventuali responsabilità.