Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e per la famiglia: il punto sulle misure per le famiglie nel decreto aprile
Elena Bonetti, Ministra per la famiglia, fa il punto sulle misure per le famiglie
Elena Bonetti, la Ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia del Governo Conte II, è stata intervistata da RaiNews24 ed ha fatto il punto sulle misure per le famiglie che saranno presentate nel mese di aprile ed ha parlato anche della violenza sulle donne. La Ministra è intervenuta più volte durante questa emergenza sanitaria, sia a sostegno delle famiglie, che a sostegno dei bambini. Il primo argomento affrontato, è stato quello della scuola:
“Innanzitutto, nel caso in cui le scuole dovessero rimanere chiuse fino alla fine dell’anno, dobbiamo certamente estendere le misure del congedo parentale e del sostegno anche economico per quanto riguarda le baby-sitter, non basta però questo bisogna aiutare le famiglie ad avere un supporto fattivo.
Ci stiamo organizzando, in particolare con la rete del terzo settore, con il volontariato, con i comuni, con le regioni, per iniziare a dare delle linee guida e delle risorse. Io metterò in campo 35 milioni di euro per aiutare tutti i contesti territoriali e quelle reti educative, a supportare le famiglie anche nella gestione della didattica on-line in questo momento e in prospettiva tutte le attività di carattere educativo ricreativo per l’estate. In un momento di chiusura, dobbiamo ricominciare a dire che l’educazione non è affidata solo alle famiglie, ma deve essere supportata da tutta la comunità. Per questo servono risorse, progetti e proposte concrete, che sono quelle che stiamo costruendo.
Dopodiché ci sono anche i temi che riguardano la liquidità delle famiglie, quindi l’importanza di investire nelle famiglie che stanno facendo un lavoro straordinario e quindi la mia proposta di un assegno mensile per tutti i figli per l’anno 2020, in modo straordinario, in attesa che diventi strutturale come assegno universale con il Family Act dal 2021″.
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Per quanto riguarda la riapertura dei parchi il 4 maggio?
“C’è la mia proposta, io ho detto che c’è un’attenzione che va posta alle nuove generazioni, una salute integrale che deve essere organizzata, ovviamente in modo compatibile per evitare la diffusione del virus, approfittiamo degli spazi urbani, dei parchi, riapriamo in modo contingentato. È chiaro che deve essere fatto in accordo con i comuni, con il personale dei comuni, con indicazioni mediche molto precisa e sfruttando quella rete straordinaria che abbiamo anche del mondo del volontariato e del terzo settore, per aiutare anche i bambini a vivere questo momento attraverso il gioco, attraverso l’aria aperta, come esperienza diciamo anche di apprendimento delle nuove regole di distanziamento sociale. Io su questo sto lavorando, grazie anche al sostegno dei comuni e di alcune regioni che si stanno rendendo disponibili e in queste ore siamo proprio cercando di costruire un progetto su questo”.
Sull’icona della violenza delle donne? Il caso di Bari per esempio. Quali sono in questo momento i numeri e i dati delle telefonate?
“Guardi lei ha perfettamente ragione, quella vicenda di Bari, quel video drammatico, lacerante, che abbiamo avuto modo di visionare e tutte le storie denunciate, anche quelle taciute dei femminicidi, che in questo momento ahimé sono accaduti nel nostro paese dicono la fatica enorme che le donne attraversano. In particolare in questo momento, in cui sono chiuse in casa con gli uomini che sono i carnefici e che agiscono violenza nei loro confronti, ma anche la fatica a riconoscere di essere vittime di violenza, sentirsi non da sole in questa loro esperienza di tragicità. Spesso ci sono coinvolti anche i loro figli.
Ecco per quello che noi da subito abbiamo voluto affermare con forza attraverso la campagna di sostegno al numero 1522 e all’app, grazie anche alla Rai che si è resa disponibile a diffondere anche il nuovo spot, agli artisti che si sono messi a disposizione per la costruzione di questa nuova campagna. Ecco noi volevamo e vogliamo dire, che le donne non sono da sole, non sono da sole nemmeno in questo momento, in cui sono chiuse in casa, perché il tema della solitudine è l’ostacolo più grosso che ha una donna nel chiedere aiuto. Devo dire che i numeri ci confortano.
Ci confortano perché abbiamo avuto nel mese di aprile, nei primi 18 giorni, già più di 1000 richieste al numero 1522 e all’app. Non ci conforta il numero alto, perché significa che il fenomeno è diffuso, ma l’immersione del fenomeno. Quindi il fatto che le donne abbiano avuto fiducia, che abbiano capito che potevano denunciare, chiedere aiuto, ha permesso alla rete dei centri antiviolenza, delle case rifugio, delle forze dell’ordine, di allungare una mano e di aiutare queste donne.
Quindi questi numeri, queste richieste di aiuto, sono la possibilità che noi abbiamo per salvare delle vite. Ecco questo dato, più di 1000 contatti ad aprile, se confrontato ad esempio con lo scorso anno, in questo stesso periodo avevamo avuto 397 richieste. Abbiamo più che raddoppiato le richieste nei primi 18 giorni di aprile.
L’app era utilizzata su una media dei 30-40 contatti, siamo arrivati quasi ai 300 contatti. Quindi significa che questa comunicazione ha funzionato, dobbiamo non fermarci, dobbiamo continuare a dire alle donne in questa in questo tam tam mediatico, attraverso la RAI, attraverso i social, che noi ci siamo,l che c’è lo Stato, ma soprattutto c’è una comunità, che è quella la rete dei centri antiviolenza delle case rifugio, che le può aiutare“.