Elisabetta Scocci scopre di essere incinta e di avere un tumore nello stesso giorno: la bimba nasce, lei muore
Elisabetta Scocci ha perso la vita a soli 36 anni. Ha scoperto nello stesso giorno di avere un tumore e di essere in dolce attesa
Elisabetta Socci ha perso la vita a causa di un brutto male. Ha scoperto di aver un tumore, lo stesso giorno che ha scoperto di essere in dolce attesa. Ha lottato come una leonessa ed ha portato avanti la gravidanza. Dopo la nascita della sua bambina, la neo-mamma si è spenta per sempre.
Una storia che ha voluto raccontare il marito Matteo Grotti, 35enne residente a San Zaccaria, frazione del comune di Ravenna.
Ha voluto mandare un messaggio di incoraggiamento e di supporto a tutte le donne che stanno vivendo una situazione simile a quella della sua Elisabetta e lo ha fatto attraverso la testata Ravenna Today.
Lo scorso 31 luglio ha perso sua moglie e madre della sua bambina. Si è spenta dopo una lunga lotta contro il tumore. Quest’ultimo le era stato diagnosticato solo un anno e 5 mesi prima, lo stesso giorno che hanno scoperto che sarebbero diventati genitori.
Era una donna felice e in salute, che lavorava come architetto a Cervia. Da un giorno all’altro tutto nella sua vita è cambiato. Il giorno del suo compleanno, mentre cercava da tempo di rimanere incinta, Elisabetta Scocci ha sentito un nodulo al seno ed ha deciso di farsi controllare.
È un tumore maligno. Ci è caduto il mondo addosso. In ospedale a Forlì le hanno prescritto alcuni esami e le hanno detto di fare prima un test di gravidanza per accertarsi che non fosse incinta. Figurati, ci avevamo provato per due anni…
E invece, la donna era in dolce attesa. I medici l’hanno subito sottoposta ad un intervento chirurgico per esportare il brutto male. La notizia della gravidanza, per Elisabetta era un fascio di luce in mezzo a tanta oscurità. Così ha deciso di non abortire e di portare avanti la gravidanza, anche se avrebbe voluto dire curarsi in modo parziale. Ha scelto terapie che non avrebbero fatto male alla sua bambina.
Prima dell’operazione ci hanno fatto vedere la bambina, anche se essendo a una settimana di gravidanza era appena un puntino, perché ci hanno detto che c’era la possibilità di perderla. E invece così non è stato. I medici sono stati bravissimi a trovare una soluzione per operare mia moglie salvando al contempo nostra figlia.
Quell’operazione però non è servita come i medici avevano sperato. A tre mesi di gestazione Elisabetta è stata costretta ad iniziare la chemioterapia. La piccola è nata ad 8 mesi di gravidanza. Dopo quel momento, i dottori hanno cercato di fare di tutto per salvarle la vita, ma quel mostro era arrivato fino al fegato.
Hanno continuato a sperare e non c’è stata una sola volta che la donna ha fatto pesare le sue condizioni alla famiglia. Si è goduta ogni momento, come una vera leonessa.
Dopo un anno e 5 mesi dalla diagnosi, si è spenta per sempre, lasciando il marito e la sua bambina.
Oggi il papà cresce da solo il frutto del loro amore e quando la piccola sarà grande, le racconterà quanto la sua mamma era meravigliosa e coraggiosa.
Non voglio raccontare tutto questo per ricevere compassione o pietà, ma solo per dire a chi sta combattendo la stessa guerra di non arrendersi. Combattete come ha fatto Elisa. Si può vivere felici anche nella malattia, provando ogni tanto a dimenticarsela, a stare bene e a fare cose normali.