Emiliano Mascetti, leggenda del Verona, è morto a 79 anni
Prima da calciatore e poi da dirigente, ha scritto pagine importantissime per il calcio italiano: addio al grande Emiliano Mascetti
Il mondo del calcio italiano ha da poche ore appreso la notizia della morte di Emiliano Mascetti. Prima da calciatore e poi da dirigente, ha segnato la storia in particolare del club del Verona. Aveva 79 anni e si è spento dopo aver lottato a lungo con una brutta malattia.
Un vero uomo di calcio, Emiliano Mascetti, detto “Ciccio”, è stato uno dei protagonisti di questo sport in Italia prima da giocatore e poi anche da dirigente.
Nato a Como nel 1943, aveva giocato nelle giovanili della squadra della sua città. Squadra con la quale aveva anche debuttato in prima squadra. Nel 1965 si trasferisce al Pisa, dove però rimane solo per una stagione.
Nell’estate del 1966 si trasferisce al Verona e quel momento segna per lui e per il club l’inizio di un amore profondo. In panchina c’era il grande Nils Liedholm, che ebbe la grande intuizione di trasformarlo da attaccante a mediano.
Dopo 6 anni passa al Torino per un paio di stagioni e poi torna di nuovo dagli scaligeri.
Nell’arco delle due esperienze in 11 anni con la maglia gialloblù, Mascetti ha collezionato ben 232 presenze e di segnare la bellezza di 35 gol nella sola serie A.
Emiliano Mascetti dirigente
Nel 1981 decide di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo, ma non può fare a meno di restare nel mondo del calcio. Riveste fin dall’anno successivo i panni di dirigente, sempre nel Verona.
Complice un fallimento ai vertici della vecchia società, i nuovi proprietari decisero di puntare su di lui e lo nominarono direttore sportivo.
Nel giro di pochi anni, quella scelta venne ripagata con la vittoria dello scudetto del 1985.
Mascetti prosegui la sua carriera da direttore sportivo anche lontano da Verona. Lavoro per alcune stagioni nella Roma e fu proprio lui a firmare il primo contratto da professionista di un certo Francesco Totti.
Prima di ritirarsi, lavorò anche nell’Atalanta, periodo in cui fece scalpore per la sua lite con Luciano Moggi e nella Sampdoria.
I social network, nelle ultime ore, si sono riempiti di messaggi di cordoglio da parte di amici ed ex colleghi che sono sempre rimasti affezionati a lui non solo per il professionista che era stato, ma anche e soprattutto per la bella persona che ha sempre dimostrato di essere.