Endometriosi, una patologia invalidante tutt’ora sottovalutata
Endometriosi, una patologia invalidante tutt'ora sottovalutata raccontata da chi la sta vivendo: Michela Masat, una donna che ha deciso di combatterla
Endometriosi, una patologia invalidante che pochi conoscono. Siamo quasi alla fine del 2019 e non è cambiato nulla per quanto riguarda l’endometriosi: si tratta ancora di una malattia di cui si conosce poco e viene tutt’ora sottovalutata sotto molti aspetti. Ed è assurdo perché è una patologia molto invalidante non solo nel corpo della donna ma anche nella sua mente.
Nel momento in cui te la diagnosticano, dentro di te hai un mix di emozioni, non capisci più nulla: senti il mondo crollarti addosso, hai paura perché non sai cosa ti aspetta ma immagini già che la tua vita cambierà, niente sarà più come prima. Si entra in un tunnel che non ha fine ed iniziano molti problemi tra i vari dolori invalidanti, terapie ormonali ed antidolorifici, interventi magari anche mutilanti e con dei danni e conseguenze permanenti.
Non ti riconosci più e ti senti sempre di meno donna, in più, si aggiunge anche la paura di una maternità mancata (dato che l’endometriosi, nei 30/40% dei casi, comporta infertilità). Non è facile da accettare una malattia come questa, soprattutto se colpisce le parti del corpo più delicate e che esprimono la propria identità.
La rabbia è una reazione normale: sia con sé stesse perché ti chiedi cosa hai fatto di male per meritarti tutto questo sia con le altre persone, soprattutto con i familiari che diventano il capro espiatorio per potersi sfogare. Ma pure loro possono essere arrabbiati perché si sentono in colpa per non essere stati in grado di aiutarti e con i medici perché non hanno diagnosticato in tempo la malattia.
L’endometriosi è una malattia invisibile, quindi, per molti se non si vede significa che non esiste. Bisogna capire che non è necessaria una ferita evidente perché il dolore sia autentico. Ogni giorno è una lotta continua per far comprendere gli effetti che essa ti causa, che è possibile vivere di dolore cronico, che non sei pazza e che non ti inventi nulla, che non stai facendo la vittima.
I segni che ti lascia questa tremenda patologia, purtroppo, li conosci solo tu: dall’esterno non si vedono ma dentro di te sei cambiata, ti ha divorato e ti ha succhiato tutte le energie. Solo chi ci passa ti può capire.
Cosa bisogna fare? La cosa più importante è non identificarsi nella malattia: tu non sei lei e non le devi permettere di prendere il comando su di te e sulla tua vita.
La devi accettare come compagna di vita, un’amica e non come una nemica altrimenti non l’affronterai nella maniera giusta. Scaccia tutti i pensieri negativi, ed allontana le persone che ti fanno solo del male facendoti sentire sbagliata, malata.
Tu sei di più di tutto questo! Devi vivere nonostante la malattia, lotta e sorridi sempre!!
È molto importante parlarne, sensibilizzare non solo l’opinione pubblica ma anche le istituzioni. Per questo motivo, durante tutto l’anno si svolgono convegni, serate informative, banchetti, manifestazioni Marzo che è il mese di consapevolezza è pieno di eventi tra cui la Marcia Mondiale Contro l’ Endometriosi (dall’anno scorso sono io assieme a Mary, Laura e Daniela ad organizzarla).
La settima edizione sarà il 28 marzo 2020, la giornata si suddivide in due parti: la mattina dalle ore 12 alle 14 circa si terrà una camminata pacifica e nel pomeriggio la Tavola Rotonda con medici ed associazioni.
Siete tutte invitate!
Un racconto di Michela Masat, una donna che l’endometriosi la vive sulla propria pelle e che la combatte con forza e coraggio.