Enrico Marmoreo ucciso davanti allo stadio Maradona a Napoli nella notte di Pasqua
Si indaga con l'aiuto delle telecamere di zona
Si indaga su un omicidio davvero misterioso. Enrico Marmoreo è stato ucciso davanti allo stadio Maradona nella notte di Pasqua. Il ragazzo è stato freddato da 8 colpi di pistola a Fuorigrotta. Gli agenti ora indagano anche con l’aiuto delle immagini di videosorveglianza della zona per capire chi è l’assassino.
Enrico Marmoreo aveva solo 25 anni. Lo hanno ucciso con 8 colpi di pistola davanti lo stadio di Napoli intitolato al campione argentino, goleador della squadra di calcio partenopea, Diego Armando Maradona. L’uomo, ucciso nella notte di Pasqua, era noto alle forze dell’ordine.
Il ragazzo di 25 anni si trovava in auto. Stava tornando a casa dalla compagna e dalla figlia piccoli, quando qualcuno lo ha raggiunto nella sua Fiat 500 dove è stato freddato con otto colpi di pistola. Il cadavere è stato trovato dai Carabinieri di Bagnoli.
Originario della vicina Pianura, Enrico Marmoreo nel 2015 era stato arrestato per possesso di tre chili di droga. Forse potrebbe trattarsi di uno dei boss emergenti della malavita del quartiere di Fuorigrotta. Secondo gli agenti sarebbe stato vicino al clan Calone-Marsicano-Esposito, in contrasto con i Bianco-Baratto.
L’omicidio potrebbe essere collegato a una faida in corso da tempo tra i Troncono e i Iadonisi-Cesi, che si contendono la zona di Fuorigrotta. Ovviamente si tratta solo di ipotesi al vaglio degli inquirenti che continuano a indagare sul caso.
Enrico Marmoreo ucciso davanti allo stadio Maradona, si indaga
Gli agenti hanno iniziato a indagare sul caso per capire cosa possa essere successo in strada a Napoli la notte di Pasqua.
Le forze dell’ordine stanno anche cercando aiuto nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per acquisire informazioni utili a risolvere il caso.
Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, parlando di questo omicidio ha sottolineato:
Che si muoia la notte di Pasqua per questioni di spaccio di droga è di una tristezza immensa, infinita. Immagino la famiglia della vittima essere straziata, ma è tutto l’anno, tutti i 365 giorni, che chi entra in un certo mondo rischia. E questo lo sanno anche i familiari, le compagne, gli amici, che vivono le notti ed i giorni in continua apprensione. Ma essere ammazzati e finire la propria esistenza in un giorno che celebra non la morte, ma la resurrezione, è ancora più triste. C’è un’emergenza vergognosa che si chiama tossicodipendenza, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, e le persone ci muoiono, ma noi, spesso, non ce ne accorgiamo. Eppure, anche se a morire sono soggetti coinvolti nel traffico, la questione deve interessare tutti noi.